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Chi ruba cibo per fame non può essere arrestato, lo dice la Cassazione

La Cassazione ribadisce che anche in caso di flagranza non scatta l’arresto se il fatto non è grave e il soggetto non pericoloso.
A cura di Antonio Palma
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Chi ruba generi alimentari spinto dalla fame non può essere arrestato se il fatto non è grave e l'indagato non è pericoloso. A ricordarlo, come riferisce il portale StudioCataldi.it, è una sentenza della quinta sezione penale della Corte di Cassazione che era stata chiamata a dirimere il caso di un uomo sorpreso in flagranza a rubare cibo da un banco di vendita lasciato incustodito nel mercato del paese. L'uomo era stato sorpreso di notte dagli agenti e immediatamente bloccato e denunciato per il tentato furto, ma al momento della convalida dell'arresto il giudice per le indagini preliminari lo aveva rimesso in libertà ritenendo che il fatto non fosse connotato da alcuna particolare gravità, trattandosi di un furto, solo tentato, di generi alimentari.

La locale Procura della Repubblica quindi è ricorsa in Cassazione ritenendo che nel caso di arresto sul posto il Gip dovesse limitarsi alla verifica dello stato di flagranza e della sussistenza delle ipotesi di reato, senza valutare il quadro indiziario e le esigenze di cautela. La suprema corte però è stata di diverso avviso dando ragione al Gip. Per la Cassazione infatti il tentato furto in questione, aggravato dalla sola esposizione dei beni alla pubblica fede, prevede l'arresto facoltativo e la legge prevede che si procede "soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero dalla pericolosità del soggetto desunta dalla sua personalità o dalle circostanze del fatto".

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