13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Chi ha detto che la laurea non serve più a nulla?

I laureati italiani, è quanto emerge dall’ultimo rapporto Almalaurea, iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel. La laurea rimane un forte investimento contro la disoccupazione.
A cura di Susanna Picone
13 CONDIVISIONI
Immagine

Inversione di marcia: secondo l’ultimo rapporto AlmaLaurea non è vero che la laurea non serve più a nulla. Al contrario, in Italia “il pezzo di carta” continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione. È ancora, dice il XVII rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, garanzia di lavoro. Il rapporto AlmaLaurea fa intravedere una inversione di tendenza rispetto al passato e fa ben sperare per il futuro dei giovani laureati. Lo studio ha coinvolto quasi 490mila laureati di 65 università italiane, evidenziando che i laureati godono di vantaggi rispetto ai diplomati nell’arco della vita lavorativa, soprattutto nelle fasi congiunturali negative come quelle attuali.

“Il rapporto registra timidi segnali di inversione di tendenza nel mercato del lavoro che fanno sperare in un 2015 più roseo”, così AlmaLaurea, che comunque ammette che lo scenario presente e futuro, nonostante i miglioramenti registrati, resta ancora incerto. A un anno dal conseguimento della laurea, l’indagine mostra una sostanziale tenuta del tasso di occupazione, che ammonta al 66% per i laureati triennali e al 70% per i laureati magistrali biennali. Stage ed esperienze all’estero durante gli studi, inoltre, possono aumentare del 20% le possibilità di trovare un’occupazione. Nel lungo periodo cresce anche la stabilità del lavoro, con il 73% dei laureati triennali, quasi il 78% dei magistrali a ciclo unico e il 70% dei magistrali biennali che a cinque anni dal conseguimento del titolo hanno contratti a tempo indeterminato o attività autonome vere e proprie.

La laurea ti fa trovare lavoro e ti fa guadagnare di più: anche se non significativamente, gli stipendi ad un anno dei laureati sono infatti in aumento. Per quanto riguarda le facoltà più “utili”, secondo AlmaLaurea chi si è laureato nelle professioni sanitarie e in ingegneria ha più possibilità di trovare lavoro rispetto alla media. A soffrire maggiormente degli effetti negativi della crisi sono soprattutto le donne e i meridionali: a cinque anni dal conseguimento del titolo magistrale lavorano infatti 78 donne e 85 uomini su cento. Inoltre a parità di condizioni, gli uomini guadagnano in media 167 euro netti mensili in più delle loro colleghe. L’86% dei laureati del Nord lavora, mentre al Sud l’occupazione coinvolge il 75% di loro.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views