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Che cos’è e come funziona l’ESM, il Fondo Salva Stati

La Corte Costituzionale ha dato il via libera (condizionato) all’Esm (European Stability Mechanism). Lo scopo sarà quello di aiutare l’Eurozona a raggiungere l’agognato equilibrio finanziario, evitando che le turbolenze dei mercati possano pregiudicare le economie degli Stati membri.
A cura di Biagio Chiariello
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Per quanto condizionato, il sì della Corte Costituzionale tedesca al Fondo Salva Stati ESM è una boccata d'ossigeno per tutta l'Eurozona. Ma che cos’è questo European Stability Mechanism? Come funziona? E soprattutto, sarà d’aiuto per risolvere la crisi?

L'ESM è il nuovo meccanismo permanente di stabilizzazione finanziaria d’Europa; è stato creato dalle modifiche al Trattato Europeo approvate il 23 marzo 2011 ed è stato sottoscritto dai 17 membri della moneta unica l’11 luglio 2011. Nasce per sostituire l’European Financial Stability Facility (EFSF), istituito nel 2010 per garantire la stabilità finanziaria dell'Euro Zona attraverso programmi di finanziamento d'emergenza agli stati membri in difficoltà. Ma l’ESM avrà capacità di intervento superiori e maggiore disponibilità economica rispetto all’EFSF (la cui vita operativa cesserà il prossimo 30 giugno 2013), circa 700 miliardi di euro contro 440, di cui 292 già impegnati a favore di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna (in questo caso solo a favore del settore bancario).  Secondo quanto riportato nei documenti ufficiali del Consiglio Europeo, il Fondo Salva Stati avrà lo scopo di «mobilizzare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità, […] a beneficio dei membri del ESM che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e quella dei suoi Stati membri».

Come funziona il Fondo Salva Stati? Per l'istituzione del Fondo, gli Stati membri hanno versato una quota, detta di partecipazione, proporzionata a quella posseduta presso la Bce. Tale somma dovrà essere versata in cinque rate annuali. Se uno Stato non ha soldi per pagare la partecipazione, sarà colpito da una sanzione finanziaria e perderà il diritto di voto. Per l'Italia la quota sottoscritta è di 125,39 miliardi mentre quella da versare è pari a 14,3 miliardi. L'ESM sarà gestito da un Consiglio dei Governatori costituito da: i ministri della finanza dell’area euro; il commissario UE agli Affari economico-monetaro; il Presidente della BCE, Mario Draghi.
Oltre a prestare soldi ai paesi in difficoltà, questo fondo avrà la possibilità anche di comprare titoli di stato sul mercato primario e su quello secondario, quindi farà parte dell’insieme delle soluzioni del piano anti spread fortemente voluto da Mario Draghi. Secondo quanto riportato da Adnkronos, i prestiti saranno erogati in base a precise condizioni nel quadro di un programma di aggiustamento macroeconomico e di un'analisi di sostenibilità del debito pubblico effettuata dalla Commissione insieme al Fondo monetario internazionale e di concerto con la Banca centrale europea.
Il ricorso all’intervento dell'Esm sarà volontario, con lo Stato dell’eurozona in difficoltà che dovrà presentare formale richiesta. L’intervento del Fondo dovrebbe essere pressoché tempestivo (entro un mese dalla richista), sviluppando uno specifico programma di aiuto.

E il Fiscal Compact? Il principio fondamentale è il divieto di deficit di bilancio, consolidato dai meccanismi automatici di correzione implementati all’interno del provvedimento. Questa è la definizione sul sito del governo:

“Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria” o “Patto di Bilancio” che prevede controlli severi e se necessario sanzioni automatiche per i Paesi che violano le regole. Tale accordo fortemente voluto dalla Germania di Angela Merkel e dal governatore della Bce Mario Draghi, è stato deciso dai 26 Paesi della Ue (solo Londra non ha aderito) al vertice dello scorso 9 dicembre a Bruxelles. L’espressione si ispira a quella voluntary compact tra cittadini e governanti proposto da Alexander Hamilton, primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America, da cui poi nacque lo stato federale” 

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