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Cgia, l’Italia non usa tutti i fondi europei. Risorse disdegnate soprattutto dal Sud

Ogni italiano ha contribuito all’Europa con 970 euro netti in 15 anni. Nonostante ciò le amministrazioni locali e nazionale non investono tutti i fondi messi a disposizione dall’Ue.
A cura di Redazione
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Dall'Unione europea l'ammontare dei fondi destinati all'Italia era di 46,4 miliardi. I fondi europei facevano riferimento al programma 2007-2013 che estendeva di usufruire di tali finanziamenti sino al 31 dicembre 2015. Come evidenziato dalla Cgia di Metre, tuttavia, l'Italia ha speso soltanto 37,1 miliardi di euro, disdegnando ben 9,3 miliardi di fondi europei. Le regioni che meno hanno fatto uso degli aiuti dell'Europa sono quelle meridionali. La Campania, ad esempio, ha usato soltanto il 69% dei fondi, mentre la Sicilia il 66,4%. La Puglia è invece in linea con i dati nel Nord Italia, giacché il suo 93% eguaglia il dato delle Marche, supera quello del Veneto (92,9%) ed è prossimo alle percentuali di spesa di Liguria(94,7%), Friuli Venezia Giulia (94,1%) e Trento (94%). Ciononostante, spiega Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia,

Rispetto a qualche anno fa anche le regioni del Sud hanno aumentato la capacità di utilizzo dei fondi Ue, ma ancora non basta. Sarebbe inconcepibile che in una fase di crisi e di difficoltà in cui versa il nostro Mezzogiorno lasciassimo a Bruxelles qualche miliardo di euro per l'ignavia o l'incapacità delle burocrazie regionali a portare a casa queste risorse.

L'Italia riceve dall'Europa, ma non prende tutto. La Cgia di Mestre evidenzia che il nostro paese non solo non spende quanto avrebbe la possibilità di spendere, ma che rispetto a quanto versa all'Ue è un contributore netto: ossia dà più diquanto riceve. Ogni italiano, negli ultimi 15 anni, ha dato all'Europa 970 euro, quindi – come fa notare Renato Mason, Segretario della Cgia – in ogni caso molto meno di altri paesi, poiché il saldo "olandese è stato pari a 3.690 euro pro capite, quello belga di 3.018, quello svedese di 2.430, quello tedesco di 2.011 e quello danese a 1.977 euro". In ogni caso l'Italia ha tempo fino a marzo 2017 per giustificare le spese sostenute entro il 2015.

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