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Catasto, stop alla riforma: caos sugli aumenti delle rendite, rischio salasso fiscale

Proprio nel giorno in cui il decreto legislativo sarebbe dovuto arrivare al Consiglio dei Ministri, arriva la notizia che tutto è stato bloccato. A rischio l’invarianza di gettito prevista. Stando ai calcoli, a Napoli il valore di una casa popolare salirebbe di 6 volte, a Roma di 4.
A cura di Biagio Chiariello
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Era prevista da tempo. Ma alla fine la riforma del catasto è saltata. Previsto per oggi, il secondo e fondamentale decreto attuativo della delega fiscale in tema di immobili non sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Tra gli obiettivi del testo, quello di svelare l'algoritmo segreto con cui ricalcolare tutti i valori catastali. Ma il motivo dello stop va ricercato proprio nel caos generato dalle simulazioni approntate dall'Agenzia delle entrate, nelle quali le rendite salgono fino a sei volte. Secondo i primi calcoli – elaborati dalla Uil-Servizio politiche territoriali in base proprio al possibile algoritmo messo a punto dall’Agenzia delle entrate – i valori degli immobili ottenuti applicando la nuova formula salgono ovunque. Peggio però sarebbe per le abitazioni oggi classificate come economiche e popolari (A3 e A4), soprattutto se ubicate nei centri storici. Per fare qualche esempio: a Napoli il valore di una abitazione popolare in centro sale di sei volte. A Roma di quattro. A Venezia di cinque. Cioè vuol dire che il principio guida alla base della riforma, quello cioè dell’invarianza del gettito, sarebbe violato in modo clamoroso.

“L'articolo 2 della legge delega, che ho contribuito a scrivere prevede l'invarianza di gettito a livello locale: mi auguro che il governo non voglia rispettarlo solo in maniera formale, creando le basi per un'ulteriore tosatura dei contribuenti”, ha commentato il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone (Cri), in merito alla poca chiarezza sulla futura local tax che dovrebbe inglobare le attuali Tasi e Imu. “Non si consideri la casa un limone da spremere”, ha aggiunto Giacomo Portas, moderato del Pd e presidente della commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Ci sarebbero anche altri problemi tecnici. “L'esercizio della delega scade il 26 settembre – ricorda il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – e c'è il rischio che le commissioni Finanze non abbiano sufficiente tempo a disposizione per eventuali modifiche, prima fra tutte quella sull'impugnabilità delle rendite dinanzi alle commissioni tributarie”.

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