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Catania, sacerdote fugge con una volontaria e con la cassa dell’ente benefico

Il rettore camilliano del centro di prima accoglienza per poveri ed emarginati “Casa Sollievo di San Camillo” di Acireale, in provincia di Catania, è scappato insieme a una volontaria del centro e 28 mila euro prelevati dalle casse dell’ente. L’uomo è stato denunciato per condotta appropriativa indebita.
A cura di C. T.
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È fuggito con la cassa e con una ragazza, lasciando tutto per rifarsi una nuova vita. Il rettore camilliano del centro di prima accoglienza per poveri ed emarginati "Casa Sollievo di San Camillo" di Acireale, in provincia di Catania, è scappato insieme a una volontaria del centro e 28 mila euro prelevati dalle casse dell'ente. L'uomo, un quarataquattrenne del Palermitano appartenente all'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, è stato denunciato per condotta appropriativa indebita dall'avvocato dell'ente religioso, Giampiero Torrisi. "Sulla vicenda immagino la Procura della Repubblica stia facendo accertamenti – ha detto il legale – per verificare quanto abbiamo denunciato. Tutto il resto, la fuga d'amore e quant'altro dal nostro punto di vista è del tutto irrilevante, è un dato neutro. L'unica cosa che noi rileviamo e la condotta appropriativa rispetto a somme che servivano per il sostentamento delle missioni, prevalentemente per quelle estere dei Camilliani. Riteniano si stata una condotta significativamente grave". Il religioso, infatti, era responsabile della gestione economica della provincia siculo-napoletana dell'Ordine fondato da Camillo De Lellis.

Il sacerdote ha negato che si sia trattato di una "fuga amorosa": "Anziché farmi un'amante, ho deciso di lasciare l'abito sacro. Se ammanco c'è stato restituirò tutto". Si dice, invece, "molto amareggiato" il Vescovo della Diocesi di Acireale, Monsignor Antonino Raspanti. "Posso comprendere – ha commentato – le fragilità umane, ma sono amareggiato per questo gesto un po' nascosto, di questo appropriarsi. Non è proprio per niente bello". Raspanti ha sottolineato di "non avere giurisdizione sui Camilliani" – con i quali semplicemente "si coordina in merito ad alcune attività" – ma di conoscere bene il rettore "perché a dicembre gli avevo affidato una serie di regali per fare un'asta di beneficenza. Sono andato con lui al pranzo di natale con i poveri però ero ignaro completamente di qualunque tipo di difficoltà da parte sua".

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