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Catania, processione del Venerdì santo deviata per passare davanti casa del boss

La Procura di Caltagirone ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità che hanno portato, durante la processione del Venerdì Santo a San Michele di Ganzaria, a fare un presunto omaggio al boss Francesco La Rocca, detenuto in regime di 41 bis.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Caltagirone ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per accertare responsabilità che hanno portato durante la processione del Venerdì Santo a San Michele di Ganzaria, nel Catanese, a fare un presunto omaggio a un boss. Il reato ipotizzato è turbativa dell'ordine pubblico. Durante la processione il fercolo del Cristo morto, portato in spalla da una ventina di persone con al seguito un centinaio di fedeli mentre gran parte della folla è rimasta nella piazza principale, ha abbandonato il percorso ufficiale raggiungendo piazza Monte Carmelo, dove si trova la casa del boss Francesco La Rocca, detenuto in regime di 41 bis. Da quanto si è appreso l'urna, che non si è fermata, è stata salutata dall'applauso dei presenti, tra cui alcuni familiari del capomafia. Non c’è stato un vero e proprio "inchino", ma la stessa deviazione del percorso della processione è oggetto di indagine. “Il fatto stesso che si sia deviato il percorso della processione – ha detto il procuratore Giuseppe Verzera – è inconcepibile. Dobbiamo capire cosa è accaduto veramente e se ci sono eventuali responsabilità. Ho delegato le indagini ai carabinieri e aspetto una loro relazione per i prossimi giorni”.

Sindaco e parroco si dissociano – Gli investigatori stanno visionando alcuni filmati e stanno ascoltando diversi testimoni. Come scrivono i quotidiani locali, al momento della deviazione dal tragitto concordato, il sindaco ha tolto la fascia tricolore prendendo le distanze da quanto stava accadendo. Lo stesso hanno fatto il parroco e il comandante della stazione dei carabinieri. Non è questa la prima volta che in Sicilia (ma non solo) una processione finisce sotto accusa per presunti “omaggi” e “inchini” resi ai boss della mafia. Era già accaduto a Palermo per la festa della Madonna del Carmine e a dicembre a Paternò per Santa Barbara.

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