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Cassazione: “Vietato il collare elettronico ai cani”. Multe di oltre mille euro

Commette reato di maltrattamento agli animali il padrone che impone al suo cane il collare elettronico. Lo hanno stabilito i giudici della Suprema Corte che hanno condannato un 55enne trentino che usava il dispositivo anche con scosse elettriche, aventi come conseguenza dolore fisico e stress psicologico per la povera bestia.
A cura di Biagio Chiariello
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Il padrone che impone al proprio cane il collare elettronico commette il reato di maltrattamento sugli animali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato da un uomo di Trieste, contro la sentenza del Tribunale di Trento, che lo aveva condannato al pagamento di una multa di mille euro per aver messo un collare con led che rispondevano a impulsi elettrici ad un segugio di razza italiana. Il cane era fuggito, per essere ritrovato mentre vagava su una strada in Trentino, nel territorio del Comune di Strembo (Trento). La polizia locale aveva poi identificato il proprietario nell’imputato.  Al cane era stato trovato il collare elettronico acceso al collo.

Il Tribunale non ha potuto escludere che il dispositivo venisse utilizzato dall'imputato per emettere – oltre che impulsi elettrici – anche scosse elettriche, con conseguenze anche sul suo sistema nervoso, in quanto volto ad addestrarlo attraverso la paura e la sofferenza,  osserva la Suprema Corte che si è trovata d’accordo con quanto affermato dal Tribunale di Trento nella sentenza di condanna emessa il 14 ottobre del 2015 che aveva escluso che “un collare in grado di emettere sia impulsi sonori sia impulsi elettrici fosse stato acquistato e fatto indossare al cane solo per usarlo per gli impulsi sonori”. Per questo motivo Fabio B., di 55 anni, si è visto respingere il ricorso contro la sanzione pecuniaria e adesso la Cassazione lo ha anche condannato a versare altri 1.500 euro alla Cassa delle Ammende per la inammissibilità dei motivi con i quali ha tentato di difendersi.

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