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Cassazione mette online sentenze e nomi, Garante: “Viola la privacy”

In un eccesso di trasparenza la Cassazione ha pubblicato online migliaia di sentenze con i dettagli di ogni storia tanto da scatenare l’intervento del garante della privacy.
A cura di Antonio Palma
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Migliaia di sentenze relative agli ultimi cinque anni di processi con tanto di verdetti e dettagli di ogni storia sono state pubblicate online dalla Corte di Cassazione in nome della trasparenza. L'intento è ovviamente apprezzabile ma insieme alle sentenze e alle storie online sul sito ufficiale sono finiti gli interi fascicoli dei procedimenti civili con tanto di nomi e cognomi degli interessati sia che abbiano intrapreso l'azione legale sia che siano stati chiamati in causa da altri. Così è possibile cercare tra la sterminata banca dati non solo i temi che ci interessano attraverso parole chiave giuridiche, ma è possibile anche cercare liberamente nomi e cognomi. In sostanza un servizio che prima era a pagamento e riservato ad avvocati ed esperti del settore ora diventa gratis e consultabile da tutti.

Garante della privacy scrive al presidente della Cassazione

L'iniziativa è nata per "rafforzare i valori della stabilità e della certezza del diritto non solo tra gli operatori del settore ma fra tutti i cittadini" aveva spiegato il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, ma la trovata non è piaciuta particolarmente al garante della privacy. Come racconta il Corriere della Sera, per questo il Garante Antonello Soro ha già inviato una lettera al presidente della Corte di cassazione spiegando che l’iniziativa, pur "apprezzata nelle finalità, non può non suscitare più di una preoccupazione in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati". Nella missiva Soro chiede di eliminare tutti i nomi, cognomi e ogni riferimento che riconduca all’identità delle persone coinvolte o al limite di indicare solo le iniziali.

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