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Caso Yara: “La foto satellitare della difesa è taroccata”, ecco cosa emerge dall’analisi

Secondo la difesa di Bossetti una foto satellitare potrebbe scagionare l’uomo che in primo grado è stato già condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Una foto che ha fatto scontrare in aula accusa e difesa, con uno degli avvocati dei Gambirasio che ha parlato di immagine “taroccata”.
A cura di Susanna Picone
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Durante il processo di primo grado a carico di Massimo Giuseppe Bossetti – il muratore di Mapello poi condannato all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio – l'attenzione si era concentrata quasi interamente su quella che è considerata la “prova regina” del Dna mentre nel corso del processo d'Appello la difesa dell’imputato sta giocando anche un’altra carta, quella delle foto satellitari del campo di Chignolo d’Isola, dove a tre mesi dalla scomparsa da Brembate Sopra fu trovato il cadavere di Yara. La difesa di Bossetti fa riferimento, in particolare, a una immagine che risale al 24 gennaio 2011 e che secondo i legali dimostrerebbe l’assenza del corpo della piccola Yara nel campo di Chignolo d’Isola. Se ciò fosse confermato si dovrebbe riscrivere l’intera storia del processo che ha portato in primo grado alla condanna di Bossetti in quanto l’elemento rimetterebbe in discussione l'impianto dell'accusa e porterebbe a considerare l'ipotesi che il corpo della vittima sia stato spostato.

Scontro in aula sulla foto satellitare durante il processo a Bossetti

Su queste foto satellitari c’è stato uno scontro in aula nell’ultima udienza del processo, con gli avvocati della famiglia Gambirasio che hanno parlato di una immagine “taroccata”. Premettendo che è detto che la foto venga ammessa agli atti, i difensori di Bossetti l’hanno presentata e discussa in aula. Gli avvocati hanno indicato sulla slide con un segno bianco posizione e presunte dimensioni del corpo di Yara, con l'obiettivo di dimostrare che  il cadavere della ragazzina un mese prima del ritrovamento non era in quel campo e che quindi Yara non sarebbe stata uccisa lì. Dimostrazione che ha fatto sbottare l'avvocato di parte civile Andrea Pezzotta: “Si vuol far passare che quella barretta bianca corrisponda all'altezza di una persona e invece è più larga della strada che l'altro giorno ho misurato personalmente ed è di tre metri. Quindi questo è un falso”, ha detto l’avvocato dei Gambirasio annunciando la possibilità di un esposto perché “siamo andati oltre i limiti”.

L'analisi della foto satellitare del campo in cui fu ritrovata Yara

A rimarcare la debolezza della tesi della difesa di Bossetti in riferimento alla foto che confermerebbe l'ipotesi dell'assenza del corpo di Yara nel campo di Chignolo d’Isola prima del suo ritrovamento è stato anche il settimanale Giallo che ha tentato di analizzare meglio le immagini. La giornalista Albina Perri ha spiegato, anche attraverso i social, di aver schiarito la foto satellitare pubblicata dal blog Macchianera di Gianluca Neri e di aver notato dei punti scuri che potrebbero indicare il corpo di Yara. La posizione è esattamente quella che aveva il corpo della ragazzina quando venne ritrovato: testa verso la provinciale 160, piedi verso la sterrata, continuazione di via Badeschi. Inoltre, facendo il confronto proprio con la strada sterrata sulla sinistra, larga circa tre metri, si nota come questi punti più scuri sono lunghi più o meno la metà (Yara era alta proprio 1 metro e 50). Insomma, secondo questa analisi è altamente probabile che Yara sia proprio quei pochi pixel neri. Purtroppo la definizione della foto non consente di dire molto altro.

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