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Caso Vasto, la mamma di Fabio Di Lello: “Viveva al cimitero. Come ho fatto a non capire?”

“Quando mi hanno chiamata dal cimitero ho pensato che si fosse ucciso. ma Fabio non è stato mosso dalla voglia di vendetta. Ma solo dal dolore. Tanto dolore” dice in un’intervista la madre dell’uomo che il 1° febbraio ha ammazzato Italo D’Elisa, il ragazzo che mesi fa aveva investito e ucciso sua moglie.
A cura di Biagio Chiariello
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Per la prima volta da quando è in carcere, Fabio Di Lello, l'uomo che lo scorso primo febbraio ha vendicato la moglie morta in un incidente stradale, uccidendone l'investitore, ha potuto abbracciare i genitori, Michelina e Roberto, che si sono recati nel penitenziario di Vasto per una visita al loro congiunto. "Come ho fatto a non capire? E' colpa mia, non mi sono accorta, non l'ho aiutato", dice ora la madre del 33enne che ha freddato con quattro colpi di pistola Italo D'Elisa, il giovane responsabile dell'incidente in cui perse la vita Roberta Smargiassi. "Fabio e Roberta aspettavano un bambino, lei stava per annunciarlo a tutti", dice Michelina Di Foglio al settimanale OGGI. "La notte in cui morì Roberta, Fabio continuava a urlare, a piangere, a sbattere la testa contro il muro del corridoio. Poi è caduto a terra, in ginocchio. Dal giorno della disgrazia non è stato più lo stesso. Il mio Fabio pesava 80 chili, è arrivato a pesarne 120. In sette mesi si è lasciato andare piano piano. Prendeva pastiglie per dormire. Non lavorava più. Mi diceva: ‘La mia vita è finita’. Quando mi hanno chiamata dal cimitero ho pensato che si fosse ucciso". E conclude: "No, Fabio non è stato mosso dalla voglia di vendetta. Ma solo dal dolore. Tanto dolore" conclude la genitrice.

Fabio Di Lello: "Per me la vita ormai non ha più senso"

Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vasto, Caterina Salusti, ha convalidato l'arresto di Fabio Di Lello. Durante l'interrogatorio di garanzia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si trova ancora in isolamento ed è tenuto d’occhio a vista dagli agenti della polizia penitenziaria per evitare che possa commettere sciocchezze. Lunedì anche la sottosegretaria alla Giustizia, Federica Chiavaroli, è andata a fargli visita. “Dalla sua cella sono stati tolti tutti gli oggetti pericolosi, qualsiasi cosa possa essere utilizzata per farsi del male – racconta a Il Centro la senatrice del Nuovo centrodestra -. Compresi i lacci delle scarpe”. Secondo la Chiaravoli, l’uomo dopo quel gesto “non sta meglio ma peggio. Mi ha confessato che per lui la vita non ha più senso”.

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