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Caso Rosboch, difesa Defilippi chiede assoluzione: “Non era in grado di intendere e volere”

È questa la richiesta dei legali di Gabriele Defilippi, l’ex allievo della professoressa di Castellamonte reo confesso dell’omicidio. Secondo il suo difensore, il giovane avrebbe preso coscienza solo adesso di aver ucciso Gloria Rosboch.
A cura di Susanna Picone
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L’ultima udienza del processo per l’omicidio della professoressa di Castellamonte Gloria Rosboch si è conclusa, davanti ai giudici del Tribunale di Ivrea, con la richiesta di assoluzione avanzata dai legali di Gabriele Defilippi, che per l’accusa va invece condannato all’ergastolo. Gabriele è l’ex allievo della professoressa uccisa nel gennaio 2016, reo confesso del delitto e che nel corso della precedente udienza ha confermato le sue responsabilità scagionando in parte il suo amante-complice con lui a processo, Roberto Obert. Per i suoi difensori va assolto “perché al momento del fatto non era in grado di intendere e di volere”, ha spiegato, in oltre tre ore di arringa, l'avvocato Giorgio Piazzese. Secondo l’avvocato, solo adesso Defilippi avrebbe preso coscienza di quello che ha fatto. L’avvocato del giovane ha anche chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e di un parziale vizio di mente del ragazzo. Una tesi che comunque è stata smentita dalla perizia psichiatrica eseguita per ordine del giudice Alessandro Scialabba, che ha concluso escludendo l'esistenza di vizi mentali.

La sentenza a settembre – Nel corso dell’udienza sono intervenuti, prima dei difensori di Defilippi, quelli dell’altro imputato, Roberto Obert, il cinquantacinquenne complice di Gabriele per il quale l’accusa ha chiesto la condanna a venti anni di reclusione. L'avvocato Celere Spaziante ha chiesto di riconoscere la prevalenza delle attenuanti generiche a Obert: “Il mio assistito ha sempre detto la verità e ha mantenuto un comportamento processuale encomiabile, dal rinvenimento del cadavere fino al risarcimento della famiglia Rosboch”. È intervenuto inoltre il legale di Caterina Abbattista, mamma di Gabriele e anch’essa coinvolta nell’omicidio di Gloria Rosboch. “Solo nel diritto medievale si condanna una madre per le colpe di un figlio. Spero che questa cosa non si ripeta qui. Non ci sono prove a carico di Caterina Abbattista”, ha sostenuto l’avvocato Gian Paolo Zancan chiedendo al giudice il non luogo a procedere nei confronti della donna. Si tornerà in aula il prossimo 22 settembre per la sentenza.

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