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Caso Regeni, il ministro Gentiloni accusa l’Egitto: “Collaborazione inadeguata”

“Non siamo ingenui, vogliamo la verità”, le parole del ministro degli Esteri questa mattina su Radio 1, dove ha assicurato che “il trascorrere del tempo” non diminuirà “l’attenzione dell’Italia” sul caso dell’omicidio del ricercatore.
A cura di Biagio Chiariello
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Sul caso Regeni "purtroppo" l'Italia "ancora non ha avuto risposte soddisfacenti" dall'Egitto, nonostante "la nostra pressione e la nostra ricerca di verità". Lo ha detto senza mezzi termini il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenendo questa mattina su Radio 1, puntando chiaramente il dito contro Il Cairo, la cui collaborazione promessa per far luce sull'omicidio del ricercatore italiano dell'Università di Cambridge "è stata finora assolutamente inadeguata”. Anche per questo l'Italia "ha richiamato a Roma l'ambasciatore e lo abbiamo fatto da un paio di settimane e questo è un gesto molto forte nei rapporti tra stati", ha ammesso il titolare della Farnesina, che ha comunque assicurato che "il trascorrere del tempo" non diminuirà "l'attenzione dell'Italia". "Sono in corso nuovi contatti tra le procure, mi auguro che l'attività del procuratore Pignatone possa riannodare qualche contatto utile, ma intanto manteniamo la nostra posizione di insoddisfazione", ha aggiunto.

Il ministro degli Esteri ha ricordato di aver parlato del caso dell'omicidio di Giulio Regeni “anche a Lussemburgo” con gli i suoi omologhi europei e di aver riscontrato “una consapevolezza generale del fatto che si sia trattato di un caso gravissimo, anche per le modalità terribili in cui è avvenuto”. Ma, ha aggiunto Gentiloni “non siamo ingenui” e “sappiamo che in questo raffreddamento delle relazioni tra Italia ed Egitto ci sarà qualcuno che cercherà di inserirsi per conquistare relazioni privilegiate nei rapporti con l'Egitto”. Il titolare della Farnesina però ricorda ancora come il governo egiziano abbia “promesso collaborazione. So che sono in corso contatti tra le procure e mi auguro che l'attività della Procura di Roma possa riavviare qualche contatto utile ma nel frattempo manteniamo una posizione di insoddisfazione”.

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