203 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Caso Regeni, il Cairo invia atti a Roma. La Procura: “Passo avanti”. La famiglia: “E’ una resa”

In seguito all’invio degli atti il governo italiano ha deciso di inviare l’Ambasciatore Giampaolo Cantini nella capitale egiziana, dopo che – l’8 aprile 2016 – l’allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni.
A cura di Davide Falcioni
203 CONDIVISIONI
Immagine

Le indagini sull'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato morto nel febbraio del 2016 lungo la strada che dal Cairo conduce ad Alessandria D'Egitto, sarebbero arrivate a un importante passo in avanti. La procura del Cairo ha infatti inviato oggi a quella di Roma gli atti relativi ad un nuovo interrogatorio cui sono stati sottoposti gli agenti di polizia che hanno avuto un ruolo negli accertamenti sul decesso del giovane. Interrogatori che erano stati sollecitati proprio da piazzale Clodio. La consegna viene considerata "un passo avanti nella collaborazione" tra le due procure, come viene sottolineato in una nota congiunta firmata da Giuseppe Pignatone e Nabil Ahmed Sadek, titolari dell'inchiesta.

Nel corso di un colloquio telefonico con il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, il procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Nabil Ahmed Sadek, ha spiegato che – come già annunciato tre mesi fa – è stata affidata ad una società esterna l'attività di recupero dei video della metropolitana. Tale operazione prenderà il via a settembre con una riunione tra l'azienda e la procura egiziana, alla quale sono stati invitati anche gli investigatori italiani. Durante la telefonata, è stato concordato un nuovo incontro tra i due uffici, che sarà organizzato dopo la riunione di settembre "per fare il punto della situazione e confrontarsi su quanto fin qui raccolto e sui possibili ulteriori sviluppi investigativi".

"Entrambe le parti – si legge in una nota congiunta – hanno assicurato che le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni".

"Alla luce degli sviluppi registrati nel settore della cooperazione tra gli organi inquirenti di Italia ed Egitto sull'omicidio di Giulio Regeni, di cui fa stato il comunicato congiunto emesso oggi dalla Procura della Repubblica di Roma e dalla Procura Generale de Il Cairo, il Governo italiano ha deciso di inviare l'Ambasciatore Giampaolo Cantini nella capitale egiziana, dopo che – l'8 aprile 2016 – l'allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni". Così il ministro degli Affari esteri Angelino Alfano. "L'impegno del Governo italiano – aggiunge – rimane quello di fare chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulio, inviando a Il Cairo un autorevole interlocutore che avrà il compito di contribuire, tramite i contatti con le autorità egiziane, al rafforzamento della cooperazione giudiziaria e, di conseguenza, alla ricerca della verità. In qualità di rappresentante della Repubblica italiana, l'Ambasciatore Cantini curerà gli interessi nazionali in Egitto e la nostra importante comunità in quel Paese", conclude Alfano.

L'ira della famiglia Regeni: "E' una resa"

La decisione di rispedire l'ambasciatore al Cairo è stata condannata dalla famiglia dell'italiano, che ha espresso la sua "indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo. Ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio. Solo quando avremo la verità l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità. La decisione di rimandare ora, nell'obnubilamento di ferragosto, l'ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte". Continua la famiglia Regeni: "Si ignora il contenuto degli atti, tutti in lingua araba, inviati oggi, dal procuratore Sadek alla nostra procura, invio avvenuto con singolare sincronia mentre il governo ordiva l'invio dell'ambasciatore Cantini". "La Procura egiziana – dicono ancora – si è sempre rifiutata di consegnare il fascicolo sulla barbara uccisione di Giulio ai legali della famiglia, cosi violando la promessa pronunciata il 6/12/2017 al cospetto dei genitori di Giulio e del loro legale Alessandra Ballerini". Per finire la famiglia conclude: "Sappiamo che il popolo Giallo di Giulio, le migliaia di persone che hanno a cuore la sua tragedia e la dignità di questo paese, sapranno stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti i Giuli e le Giulie del mondo e non si faranno confondere".

203 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views