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Caso Pantani, il mistero della mollica di pane e cocaina

I “rilievi” degli infermieri del 118 contrastano con quelli della prima indagine ufficiale, per un mistero che s’infittisce.
A cura di Marco Beltrami
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Il giallo della morte di Marco Pantani si arricchisce di una nuova clamorosa indiscrezione. 10 anni dopo è emerso un ulteriore particolare che getta un nuovo alone di mistero su quanto accaduto la notte del 14 febbraio 2004 nel residence "Le Rose" di Rimini. La prima indagine ufficiale mise in evidenza una "pallina" composta di mollica di pane e cocaina presente vicino al corpo esanime del "pirata" al momento dell'arrivo della polizia sulla scena del crimine. Secondo quanto testimoniato da due infermieri arrivati sul posto prima delle forze dell'ordine, intorno alle ore 21, non ci sarebbe stata nessuna mollica vicino al cadavere di Pantani. La stessa non sarebbe passata di certo inosservata alla luce delle sue dimensioni, più grandi di quella di una noce, secondo la ricostruzione ufficiale. La testimonianza dei due infermieri è stata depositata alla Procura di Rimini da Antonio De Rensis, avvocato della famiglia Pantani, e contrasta con la tesi ufficiale dell'epoca. Secondo quest'ultima infatti il bolo di mollica e cocaina sarebbe stato rigurgitato dallo sfortunato campione romagnolo in mezzo al suo sangue che avrebbe formato una vera e propria pozza.

Il giallo della mollica di pane e cocaina vicino al corpo di Pantani

Oltre alla testimonianza degli infermieri che avrebbero esaminato il corpo per 40 minuti, c'è un altro particolare che ribalta la tesi ufficiale: come avrebbe potuto rimanere bianco il bolo di mollica e pane rigurgitato da Pantani, in una macchia di sangue? Difficile anche che il tutto sia in una posizione compatibile con i segni di trascinamento del corpo messi in evidenza nel video girato dalla scientifica. Una serie di altri particolari che infittiscono il mistero, anche perchè i due infermieri del 118 non sono stati mai interrogati, nel corso della prima indagine con il loro "resoconto" che è arrivato solo grazie al lavoro dei legali della famiglia Pantani.

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