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Caso marò, parla Girone: “Sono ancora malato, avrei bisogno di cure in Italia”

Salvatore Girone racconta all’Ansa le sue condizioni fisiche: “Avrei bisogno di fare la convalescenza nella mia casa natale”.
A cura di Redazione
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Sei giorni fa Salvatore Girone era stato dimesso dall’ospedale di New Delhi in cui era stato ricoverato dopo aver contratto la febbre Dengue, molto probabilmente a causa della puntura di una zanzara. In quell’occasione il ministero della Difesa aveva ringraziato i medici indiani ed italiani che avevano assistito il marò, spiegando come dopo le cure le sue condizioni di salute fossero buone. Il ricovero, del resto, era stato in via precauzionale, anche se sul posto erano subito giunti due medici italiani, inviati dal ministro Roberta Pinotti per verificare le condizioni del fuciliere ancora detenuto in India.

Ora però Salvatore Girone rilascia alcune dichiarazioni che in parte smentiscono la versione ufficiale e che gettano più di qualche dubbio sulle sue reali condizioni di salute. Parlando all’Ansa, Girone spiega: “Ad oggi sono ancora ammalato. I valori del mio sangue non sono perfetti come lo erano prima di contrarre la febbre”. Dunque, continua, “avrei bisogno di cure, di convalescenza e riposo psicologico nella mia casa natale, così come spetterebbe ad ogni dipendente statale militare”; purtroppo, però, conclude Girone “non posso visto il mio stato detentivo illegale”.

A questo punto, dunque, non si esclude che le autorità italiane possano chiedere all’India di accordare un permesso affinché Girone possa tornare in Italia, così come già avvenuto per Latorre, che trascorrerà ancora qualche mese di riabilitazione nel nostro Paese dopo il malore che lo ha colpito in India. Intanto, continuano i preparativi “legali” per la prima udienza al Tribunale de L’Aja, dove si terrà l’arbitrato internazionale che stabilirà finalmente a chi spetta la competenza di giudicare i due fucilieri della Marina Militare. Resta, in ogni caso, molta preoccupazione per i tempi lunghi del procedimento, che potrebbe durare addirittura un paio di anni.

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