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Caso marò: “Decisione su pena di morte in due-tre giorni”

Mentre la stampa indiana torna a parlare di pena di morte per i due italiani, il governo fa sapere di non aver ancora deciso se consentire alla polizia di procedere contro Latorre e Girone in base al “Sua Act”, legge che prevede la pena capitale in caso di omicidio.
A cura di Susanna Picone
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Ore 13 – Dopo le indiscrezioni della stampa, il governo indiano ha fatto sapere di non aver ancora deciso se consentire alla Nia di procedere contro i due marò in base al “Sua Act”, la speciale legge che prevede la pena di morte in caso di omicidio, ma ha detto che lo farà “in due o tre giorni”. A riferirlo è stato il ministro dell'Interno indiano, Sushil Kumar Shinde, che ieri aveva incontrato i colleghi titolari di Esteri, Salman Khurshid e Giustizia, Kapil Sibal proprio per discutere della vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. “C'erano molti problemi da discutere”, ha fatto sapere il ministro nel corso del suo incontro mensile con la stampa, rispondendo a una precisa domanda sul tema, “e per quanto riguarda la questione dei due militari italiani, una decisione sarà presa in due o tre giorni”. Da alcune indiscrezioni che circolano in India, la Nia potrebbe chiedere la pena di morte ma poi potrebbe rinunciarci.

Continua a regnare l’incertezza sul caso dei due marò italiani trattenuti in India. Solo ieri il ministro degli Esteri indiano Khurshid ha ribadito (e dopo di lui ne ha parlato anche l’inviato del governo italiano De Mistura) che i due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non rischiano la pena di morte. Lo ha detto, ha fatto sapere l’emittente Cnn-Ibn, in seguito a un vertice con il ministro degli Interni (che ha l’ultima parola sul caso dei due marò accusati di omicidio) e con il ministro della Giustizia. Staffan De Mistura, da parte sua, aveva detto che la questione pena di morte è già da tempo totalmente esclusa, sia da dichiarazioni del ministro degli Esteri che da prese di posizione al riguardo nel Parlamento di Delhi. Ma a mischiare di nuovo le carte è oggi la stampa indiana: secondo quanto scrive il quotidiano “Hindustan Times”, la polizia potrebbe ricevere a breve il via libera da parte del ministero dell’interno per presentare un rapporto sulla vicenda dei due marò utilizzando la legge antipirateria.

Verso ok a uso della legge che prevede la pena capitale – Una legge che prevede, appunto, la pena di morte. Il quotidiano indiano cita un responsabile del governo secondo il quale “c’è accordo nell’esecutivo”. Il giornale ricorda l’”assicurazione” che il governo ha fornito all’Italia sul caso di Latorre e Girone ma dice anche di aver appreso che l’autorizzazione alla Nia per incriminare i due fucilieri “ora può arrivare a ogni momento”. La stampa indiana scrive infine che dalle sue indagini la Nia ha rilevato che i marò non lanciarono avvertimenti, non utilizzarono altoparlanti, né spararono in aria prima di colpire i due pescatori a bordo del St.Antony in avvicinamento.

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