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Caso Guerrina Piscaglia, Padre Gratien Alabi condannato a 27 anni per omicidio

Il frate congolese giudicato colpevole dell’omicidio e della soppressione del cadavere della 50enne sparita oltre due anni fa in provincia di Arezzo e mai più ritrovata.
A cura di Antonio Palma
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Dopo anni di indagini a fasi alterne e un complicato processo penale, padre Gratien Alabi è stato condannato a 27 anni di carcere per l'omicidio di Guerrina Piscaglia, la 50enne sparita oltre due anni fa in circostanze misteriose da Ca Raffaello, in provincia di Arezzo, e mai più ritrovata. È questa infatti la sentenza di primo grado stabilita dalla Corte d'Assise di Arezzo con rito collegiale nel processo che vedeva il frate congolese accusato di omicidio e soppressione di cadavere. I giudici hanno accolto in pieno l'impianto accusatorio della Procura aretina che nei giorni scorsi aveva chiesto per l'imputato il massimo della pena vale a dire proprio 27 anni di carcere.

Una sentenza che arriva proprio nel giorno del 52esimo compleanno di Guerrina Piscaglia e destinata comunque a far discutere visto che è stata emanata ancora senza il corpo della povera casalinga che anni di indagini non sono riuscite a scoprire. Padre Gratien Alabi, che era arrivato sul banco degli accusati fin dalle prime battute dell'inchiesta, si è sempre proclamato innocente, ma per i pm non solo avrebbe ucciso la dona a sangue freddo occultandone poi il cadavere ma avrebbe volontariamente depistato le indagini facendo perdere almeno due mesi di indagini e impendendo il ritrovamento del cadavere di Guerrina Piscaglia.

Per l'accusa il movente del delitto sarebbe da ricercare nell'innamoramento di Guerrina per padre Gratien che provocava imbarazzo nel frate tanto da portarlo all'omicidio. Per i pm il delitto sarebbe avvenuto durante un furioso litigio, innescato dall'attaccamento eccessivo e morboso della donna nei confronti del religioso che era preoccupato dalle voci di paese sulla relazione. Lui l'avrebbe strangolata, per poi occultare il cadavere. " L'ha strangolata con le sue mani, le stesse mani con le quali subito dopo ha consacrato il corpo di Cristo", ha attaccato durante l'arringa anche uno dei legali delle parti civili

Il religioso, presente in aula durante la lettura della sentenza, è rimasto immobile. Padre Gratien è agli arresti dall'aprile dello scorso anno dopo che i giudici stabilirono che c'era pericolo di fuga all'estero. Dopo qualche mese nel carcere San Benedetto di Arezzo, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, nel convento dei Premostratensi di Roma. "Gratien Alabi ha tradito la fiducia di tutti noi: lo avevano accolto come un amico. Ora dica dove ha messo il corpo", ha detto subito dopo la sentenza il marito della donna, Mirko Alessandrini, che in aula aveva mostrato anche le foto del figlio disabile di Guerrina, chiedendo la verità almeno per il giovane che cerca la madre dal momento della scomparsa. "Mia moglie non c'è più, ma ha avuto giustizia nel suo compleanno" ha concluso l'uomo.

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