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Caso escort-Berlusconi, il giudice: “Quadro sconcertante sulla vita privata dell’ex premier”

Il gup del tribunale di Bari Ambrogio Marrone, nelle 187 pagine della sentenza, rivela “uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio”.
A cura di D. F.
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"Uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio". E' quanto scritto negli atti del processo sulle prostitute che Gianpaolo Tarantini ha portato nelle residenze di Silvio Berlusconi, in particolare nelle motivazioni della sentenza di condanna emessa il 10 dicembre scorso al termine di un processo con rito abbreviato nei confronti di Carmine Castellaneta, avvocanto condannato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Il gup del tribunale di Bari Ambrogio Marrone, nelle 187 pagine dedicate alle motivazioni della sentenza, ricostruisce 21 episodi tra il settembre del 2008 e il maggio del 2009. Tra le 26 ragazze reclutate per gli incontri ci sono anche Sara Tommasi e Manuela Arcuri, protagoniste come le altre di quelle che lo stesso tarantini chiamava "baccaccesche nottate" presso la residenze dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Secondo il giudice dalla vicenda emerge lo "sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio che, al di là di una formale apparenza di cene eleganti, dissimulava una fiorente attività di esercizio della prostituzione". Ma ancora: "Il materiale probatorio, nel suo contenuto di oscenità e bassezza evidenzia la situazione di mercimonio del corpo femminile e la considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale". Per il gup, quella di Tarantini aveva tutta l'aria di essere un’agenzia di reclutamento per prestazioni di servizi, poi rivelatesi di tipo sessuale". Infine: "Lo sforzo finanziario impiegato per il raggiungimento dello scopo comune – scrive il giudice Marrone – dimostra che si sia trattato di una vera e propria impresa criminale finalizzata ad ottenere vantaggi economici attraverso l’uso sistematico di numerose ragazze".

Parlando dell'ex premier, il gup spiega che le utilità venivano "elargite di solito dallo stesso Berlusconi, quasi sempre poco prima che queste (le ragazze, ndr) andassero via dalle sue dimore, il giorno dopo l'incontro ravvicinato a scopo sessuale, avvenuto di notte con le ragazze di turno".

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