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Caso Consip, il ministro Lotti interrogato in un luogo riservato

Da poche ore è iniziato l’interrogatorio al ministro dello sport Luca Lotti, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta Consip.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro Luca Lotti in queste ore è sottoposto a interrogatorio per il caso Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, nell'ambito dell'inchiesta per gli appalti truccati, in un luogo lontano dai giornalisti e da piazzale Clodio. Il ministro dello sport è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio. Lo stesso reato di cui sono accusati il comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette, il comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia, e il presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni.

L'interrogatorio che si sta svolgendo in queste ore è condotto dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, insieme all'aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi. Lotti è stato iscritto nel registro degli indagati lo scorso 21 dicembre , ed era stato già sentito durante un incontro con i magistrati lo scorso 27 dicembre. In quell'occasione il ministro aveva respinto tutte le accuse. Sarebbe stato proprio la soffiata del fedelissimo di Renzi ad avvisare l'ad di Consip, Luigi Marroni, dell'inchiesta in corso. L'ad si sarebbe così premurato di rimuovere le microspie dagli uffici. Questa è stata la ricostruzione fatta proprio da Marroni ai pm di Roma.

Quella della rivelazione del segreto d'ufficio è uno dei tre filoni dell'intricata vicenda Consip. Il capitolo principale è costituito dal maxi appalto Fm4, Facility management, da 2,7 miliardi di euro. Per questa gara è accusato di corruzione Alfredo Romeo, che avrebbe pagato il dirigente Consip Marco Gasparri, per aggiudicarsi l'appalto. Il reato di traffico di influenze è invece contestato al padre dell'ex premier, Tiziano Renzi, che insieme al faccendiere Carlo Russo avrebbero cercato di agevolare  l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, facendo da tramite con i vertici della Consip. Secondo gli inquirenti il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, avrebbe poi manipolato a in più punti la maxi informativa sulla quale si basano molte delle accuse a Tiziano Renzi.

Oltre alla rivelazione del segreto di ufficio a favore dei funzionari Consip, c'è poi un altro filone, quello che ha coinvolto anche il vicedirettore del Fatto quotidiano Marco Lillo, il pm Henry John Woodcock e la compagna Federica Sciarelli. Secondo le ipotesi della procura il giornalista sarebbe stato il beneficiario di una fuga di notizie, che gli avrebbe permesso di pubblicare uno scoop contenuto nel libro "Di Padre in figlio".  Lillo non è indagato, ma la Procura di Napoli la scorsa settimana ha disposto la perquisizione della sua casa.

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