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Caso Consip, Bocchino: “Mai conosciuto Tiziano Renzi. Romeo pagava Russo, ma nessun reato”

Per la prima volta da quando è scoppiata l’inchiesta Consip, l’ex parlamentare Italo Bocchino, coinvolto in qualità di indagato, fornisce alla stampa la sua versione dei fatti, negando di conoscere Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio indagato dalla procura per traffico di influenze.
A cura di Charlotte Matteini
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Per la prima volta da quando è scoppiato il caso Consip l'ex parlamentare finiano e collaboratore dell'imprenditore campano Alfredo Romeo, Italo Bocchino, parla pubblicamente dell'inchiesta, in un'intervista concessa al Fatto Quotidiano. Bocchino sostiene di non aver mai incontrato il padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi, sostanzialmente smentendo le iniziali indiscrezioni diffuse dalla procura, frutto, a quanto sembra stando alle ultime notizie, di una manipolazione delle intercettazioni da parte di un ufficiale del Noe. Non era intenzionato a parlare, spiega Bocchino, "ma un'attesa di 40 giorni mi sembra più che sufficiente e io ho un'immagine da difendere". "Non ho mai incontrato Tiziano Renzi. La frase su ‘l'ultima volta che ho visto Renzi’, che sarebbe stata pronunciata da me e attribuita a Romeo, si riferiva presumibilmente all'ex premier che ho incontrato so- lo durante il mio mandato parlamentare, in dibattiti televisivi e una volta il 23 dicembre del 2011, al concerto di Abbado per l'inaugurazione del nuovo Maggio musicale fiorentino", racconta l'ex parlamentare. Romeo, spiega Bocchino, si consultava con lui per ragioni lecite, in virtù dell'esistenza di un contratto di consulenza da 80mila euro, contratto che non è poi stato rinnovato a scadenza e che prevedeva sostanzialmente che l'ex parlamentare si occupasse di aiutare l'imprenditore nel rapporto con le istituzioni.

Romeo prima parla con lei di pagamenti a Russo e poi fa un incontro con Russo al quale lei non partecipa, quello del famoso ‘pizzino’ dei ‘30 mila euro per T.’ e ‘5 mila per CR’, che sarebbero – sempre per il Noe – Tiziano Renzi e Carlo Russo.

Io ovviamente non so nulla di tutto questo. Russo non lo conosco e non l’ho mai incontrato. Non conosco Tiziano Renzi. A Romeo ho detto che doveva tenere Russo alla larga e che era un millantatore.

Romeo, prima dell’incontro con Russo però le parla di un accordo, che poi propone a Russo e le chiede quanto dovrebbe offrirgli. Lei consiglia una cifra (100 mila euro) e suggerisce di frazionarla mensilmente e di testarlo dandogli ‘una cartuccella’ per vedere cosa porta a casa. Che vuol dire?

Parliamo di una consulenza lecita a Russo. Io suggerisco a Romeo di pagarlo una volta al mese perché diffido di Russo e gli dico di dargli una questione, con un memo, per vedere se potesse risolverla. In due mesi si sarebbe visto se il suo apporto fosse utile o inutile.

Nel corso dell'intervista, Bocchino respinge tutte le accuse e sostiene dunque che tutte le consulenze di cui si è parlato negli ultimi mesi sarebbero assolutamente lecite. "Se il rappresentante di una categoria come Romeo vuole confrontarsi con un esponente istituzionale come Lotti può servirsi di un consulente che lo faciliti in questo. È lecito per me". Inoltre, Bocchino sostiene di non capire per quale motivo sia indagato per traffico di influenze, dato che non conosce né Tiziano Renzi e Carlo Russo, i due presunti "trafficanti" e nemmeno Marroni, l'ad di Consip.

Orlando: "Vicenda Consip è inquietante"

Commentando le ultime indiscrezioni diffuse dalla procura, relative alla presunta manipolazione delle intercettazioni telefoniche da parte di un ufficiale del Noe a danno di Tiziano Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando commenta: "La vicenda Consip e le sue irregolarità sono emerse anche grazie all'attenzione della magistratura e la fiducia nella giustizia non va messa in discussione. È una vicenda nella quale non posso, e né voglio entrare, se non per dire che è una vicenda, per il profilo che emerso, inquietante".

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