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Caso Cancellieri-Ligresti, Civati: “Gruppo Pd si pronunci sulla sfiducia”

Tramite il suo blog il candidato alla segreteria del Pd Giuseppe Civati ritorna sul caso Cancellieri, sulle telefonate tra il ministro della Giustizia e la famiglia Ligresti. E chiede al Pd, ricordando che come lui anche Renzi è per le dimissioni, di decidere la linea da tenere.
A cura di Susanna Picone
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Il caso Cancellieri continua ad agitare la politica. La storia delle telefonate tra il Ministro della Giustizia e la famiglia di Giulia Ligresti, arrestata per l’inchiesta Fonsai, si è arricchita oggi di nuovi particolari: il quotidiano La Repubblica ha scritto infatti di altre telefonate e del coinvolgimento del marito della Cancellieri. Notizie che hanno spinto Giuseppe Civati, candidato alla segreteria del Pd, a tornare sulla questione. Civati, che come Matteo Renzi, aveva fatto capire di volere le dimissioni del ministro (difeso, invece, dal Governo), ha detto la sua tramite il suo blog. Il candidato alla segreteria del Pd ha chiesto, nello specifico, che il gruppo del Partito Democratico voti sulla linea da tenere quando approderà in Aula la mozione di sfiducia nei confronti di Anna Maria Cancellieri. “Chiedo, per prima cosa, che il gruppo del Pd voti questa decisione al suo interno”, così Civati sul suo blog. Lui stesso ha ricordato come siano diversi coloro che spingono per le dimissioni del Guardasigilli: c’è lui, ad esempio, e c’è il sindaco di Firenze Renzi. “E siccome lui (Renzi) conta su una larga schiera di deputati (i suoi e i fassiniani, i veltroniani, i lettiani, i franceschiniani che lo sostengono), è probabile – così Civati – che la decisione passi”. Altrimenti – ha concluso l’aspirante segretario Pd – “ci troveremmo di fronte al solito equivoco”.

Mozione di sfiducia sarà discussa il 20 novembre – Lo stesso Civati, sempre tramite il suo blog, aveva commentato le notizie apparse oggi sui quotidiani relativi al caso Cancellieri-Ligresti: notizie che, a suo dire, confermano che il ministro doveva fare un passo indietro e che le scuse tardive pronunciate in aula non sono sufficienti. “Stupisce che una donna delle istituzioni, come è presentata dai suoi colleghi che la apprezzano tantissimo – ha scritto ancora – non se ne renda conto”. Intanto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha fatto sapere che la mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il ministro sarà discussa mercoledì 20.

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