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Casa, chi salta 7 rate del mutuo rischia l’esproprio dalla banca, anche senza tribunale

Alla Camera è in discussione una modifica al Testo unico bancario che consentirebbe agli istituti di credito di diventare proprietari dell’immobile per venderlo e recuperare le somme dovute, senza passare dal tribunale. Alla base deve esserci un esplicito patto tra consumatore e isituto di credito, ma ci sono rischi e dubbi.
A cura di Claudia Torrisi
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Se un consumatore non paga il mutuo per sette rate, la banca che glielo ha erogato potrebbe rivalersi diventando proprietaria della casa. Al vaglio della commissione Finanze della Camera dei deputati c'è una norma che potrebbe rendere pignoramenti ed espropri più seomplici. Si tratta del nuovo articolo 120 -quinquesdecies del Testo Unico Bancario, che disciplina i casi di "inadempimento del consumatore": in esecuzione di una direttiva europea (la numero 17 del 2014) sulla trasparenza dei contratti stipulati da banche e clienti, si potrebbe permettere agli isituti di credito che hanno erogato il mutuo di diventare proprietari dell'immobile in caso di inadempienza del debitore per sette rate, evitando un procedimento di esecuzione e l'intervento del Tribunale. La banca potrà così vendere le case e incassare le cifre spettanti. Il testo – sul quale la commissione riprenderà i lavori domani e l'Aula darà un parere non vincolante – prevede questa possibilità per gli istituti di credito di adottare procedure per "gestire i rapporti con i consumatori in difficoltà nei pagamenti", tra cui la restituzione della casa. L'unico obbligo della banca è quello di restituire al debitore eventuali incassi extra.

La norma dovrebbe servire a snellire le procedure, ed evitare le lungaggini delle escussioni immobiliari (che oggi durano in media sette anni). Scrive Repubblica che chi sostiene questo provvedimento si aspetta "un miglioramento delle disponibilità di credito da parte delle banche, con condizioni migliori per chi deve sottoscrivere un prestito". Il testo in discussione prevede che debba esserci un accordo tra le parti, che possono decidere si evitare la vendita dell'immobile davanti al giudice e procedere alla restituzione del bene all'istituto di credito. Il punto sta, però, nel patto che si dovrebbe creare tra banca e consumatori e delle garanzie che verranno date a quest'ultimo. Pe questo motivo, Repubblica esprime alcuni dubbi, di cui il governo dovrebbe tenere conto. Il primo è l'evidente squilibrio tra le parti: da una parte c'è una banca che eroga il mutuo – soggetto evidentemente più forte – e dall'altra un semplice consumatore, il che, per esempio, potrebbe portare a vendere un immobile a un valore decisamente inferiore a quello di mercato. In secondo luogo, la banca diventerebbe un creditore "privilegiato" rispetto ad altri eventuali presenti; e poi il problema retroattività: la norma prevede che il patto possa essere stipulato "successivamente" al contratto.

La previsione ha fatto scatenare le proteste, sia tra le associazioni dei consumatori, sia in politica. "Quello che sta per avvenire in Parlamento questa settimana è un fatto gravissimo. Ancora una volta l'Europa ordina e il governo esegue. Questi signori hanno già aggredito i nostri stipendi, hanno già aggredito i nostri posti di lavoro hanno già aggredito i nostri risparmi, adesso i nostri patrimoni e in particolare le nostre case", si legge sul blog del Movimento 5 stelle, che ha lanciato l'hashtag di protesta #SeMiTocchiLaCasa.

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