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Opinioni

Caro Movio, caro Scatà vi dico grazie: oggi siamo orgogliosi di voi

I due uomini di cui oggi sono orgoglioso, e a cui l’Italia deve dire GRAZIE, sono due poliziotti. Diciamolo forte e diciamolo chiaro, perché “poliziotto” non è una brutta parola, è molto peggiore chi non critica mai la Polizia in nome di una difesa di categoria che sporca, soprattutto, i giusti come Christian Movio e Luca Scatà.
A cura di Saverio Tommasi
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Un Paese che dalla sua bocca emettesse un solo suono, e il suono corrispondesse al grido "viva la Polizia" sarebbe una dittatura militare. Un Paese che attaccasse per qualsiasi motivo le forze dell'ordine, sarebbe comunque un bruttissimo Paese.

Io, oggi, sono felice di vivere in Italia, dove due uomini, appartenenti alla Polizia di Stato, hanno eseguito un lavoro difficile, incasinato, pieno di rischi. In piena notte. E oggi a quei due poliziotti dobbiamo solo dire GRAZIE. Perché va bene che fai i turni e gli straordinari sono pagati, ma alla fine del mese, per il lavoro che fai, la somma di tutte le giornate lavorate produce comunque uno stipendio basso. Miserino. Che ti permette i regali a Natale ma due settimane alle Maldive no, se proprio ti va bene vai dieci giorni sull'Adriatico d'agosto e stop. E la voglia di mollare, o di mandare tutto a quel paese, di nasconderti quando il lavoro ti chiederebbe di esporti, c'è. E a chi si espone, e rischia, io oggi mi inchino, e ripeto il mio GRAZIE.

I due uomini di cui oggi sono orgoglioso, e a cui l'Italia deve dire GRAZIE, sono due poliziotti. Diciamolo forte e diciamolo chiaro, perché "poliziotto" non è una brutta parola, anche se ci sono delle azioni commesse dalle forze dell'ordine, anche solo negli ultimi anni, che sono state aberranti. E aberrante è stato (e continua a esserlo, oggi) chi le protegge in nome di una difesa di categoria, come se omettere il male dal racconto servisse a cancellarlo dalla realtà. I poliziotti, e lo Stato, si proteggono denunciando quello che non va, raccontando il buio perché amiamo dare spazio alla luce (questa frase l'ho rubata a Roberto Saviano, a proposito di Napoli).

Io, oggi, ringrazio e mi inchino di fronte a Christian Movio e Luca Scatà, i due poliziotti che. a Milano, hanno fermato il terrorista Anis Amri, gli hanno chiesto i documenti e hanno reagito agli spari. E poi, caduto il terrorista a terra, hanno tentato di rianimarlo. GRAZIE poliziotti, perché siete stati umani, svolgendo il lavoro per il quale siete (poco) pagati. Ed è per persone come voi che io continuerò a incazzarmi con chi urlerà "viva la Polizia" anche di fronte alle cose che non vanno, anche se non la pensiamo alla stessa maniera, anche se pensate che gli immigrati sono criminali, oggi mi leverò contro chi vi attacca perché chi lo fa vorrebbe annacquare il male con le vostre azioni giuste. Vorrebbe sporcare voi per rendere più presentabile lui. Ed è sempre per voi, e per tutti quelli come voi, che continuerò anche a pensare che "fuoco alle caserme" sia una cagata pazzesca, perché le generalizzazioni abbrutiscono e seccano le differenze, quando invece andrebbero coltivate.

Caro Movio, caro Scatà, oggi siete stati l'orgoglio di tante persone, italiane e straniere. Cristiane e musulmane. Atee ed ebree. Oggi voi avete fermato un pericolosissimo terrorista, e per questo, per la quinta volta in poche righe, GRAZIE, poliziotti.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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