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Cardinale spagnolo si scaglia contro “l’impero gay”. Aperta inchiesta: “È omofobo”

L’arcivescovo di Valencia Cañizares si è scagliato, nel corso di una recente omelia, contro “l’impero gay” ed i gruppi femministi che vogliono “far guerra alla famiglia”. Denunciato da 55 associazioni pro-lgbt.
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Il procuratore provinciale di Valencia, in Spagna, ha aperto un fascicolo penale iscrivendo nel registro degli indagati il locale arcivescovo, il cardinale Antonio Cañizares. L’accusa è quella di aver fomentato l’odio contro gli omosessuali nel corso di una omelia tenuta il giorno precedente la giornata internazionale per i diritti delle persone Lgbt, che è caduta lo scorso 17 maggio.  Il fascicolo è stato aperto in seguito ad una denuncia della “Piattaforma Femminista”, del “Collettivo Lgbt” di Valencia e del “Collettivo per la diversità sessuo-affettiva”, che hanno voluto “scardinare l’impunità dei leader dela Chiesa”, in quanto la stessa promuoverebbe “stereotipi di genere che causano discriminazione”. Alla denuncia si sono associate, in totale, ben cinquantacinque organizzazioni.

Monsignor Antonio Cañizares, nel corso di una messa celebrata nell’università cattolica valenciana aveva attaccato la legislazione spagnola a favore degli omosessuali e le teorie del gender. Ha, infatti, lanciato i suoi strali contro “l’impero gay e certe ideologie femministe” che mirerebbero a fare guerra “al bene prezioso della famiglia cristiana”.

Nei giorni successivi, in seguito alle forti proteste della comunità Lgbt, il cardinale si era detto dispiaciuto per il fatto che l’omelia avesse potuto “far male o urtare qualcuno”, anche se si era chiesto se fosse “omofobo difendere la famiglia”. Cañizares ha quindi aggiunto che “la censura e la condanna che soffro da parte dei media, di certi gruppi e certi politici, ricorda uno dei periodi della nostra storia recente in cui venivano censurate e condannate certe omelie e certi predicatori.” Chiaro il riferimento agli anni della guerra civile, dove le forze comuniste massacrarono decine di religiosi. Questa difesa pubblica, però, non gli è stata sufficiente ad evitare che l’occhio della procura si posasse su di lui.

L’arcivescovo, amante della messa in latino e dei paramenti dei secoli scorsi, è considerato un esponente di punta del gruppo dei cardinali tradizionalisti. Fino all’agosto del 2014 aveva lavorato nella Curia vaticana con un ruolo rilevante: prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”: era, cioè, il tutore del rispetto della liturgia in tutto il mondo. Tuttavia, papa Francesco lo ha rimosso dal suo incarico, rispendendolo in Spagna ed assegnandolo ad una sede arcivescovile non di primaria importanza, come quella di Valencia, mentre l’arcivescovo sperava di andare a Madrid. Tuttavia, riportano alcune fonti vaticane, Cañizares sarebbe stato recentemente in visita a Roma, dove il Papa lo avrebbe incoraggiato a manifestare fermezza contro gli attacchi che gli giungono da più parti in quella che una volta era famosa nel mondo come “la cattolicissima Spagna”.

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