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Caravaggio e Piero della Francesca: in un’unica mostra, i due maestri a confronto

Il Museo Civico Sansepolcro esporrà fino a giugno due grandi capolavori: “Ragazzo morso da un ramarro” e il “Polittico della misericordia”, per un confronto inedito fra i due artisti. Merito dello storico dell’arte Roberto Longhi.
A cura di Federica D'Alfonso
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Ragazzo morso da un ramarro (1595), Fondazione Longhi, Firenze
Ragazzo morso da un ramarro (1595), Fondazione Longhi, Firenze

Piero della Francesca e Caravaggio, due artisti diametralmente opposti: circa 150 anni intercorrono fra la perfezione formale rinascimentale dell'uno e la carica emotiva e simbolica dell'altro. Sia per i temi che per i soggetti scelti da ognuno, un accostamento fra i due sembrerebbe improbabile: invece la mostra che a partire dal 12 febbraio fino al 4 giugno 2017 sarà ospitata presso le sale del Museo Civico di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, dimostra che tale confronto non solo è ipotizzabile, ma anche estremamente affascinante.

Il filo rosso che collega questi due maestri è un altro grande personaggio, uno storico dell'arte questa volta, che ai due artisti ha dedicato gran parte della sua vita e dei suoi studi innovativi: si tratta di Roberto Longhi, al quale appunto è intitolata la mostra di Sansepolcro. “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio” indagherà questo particolare rapporto fra lo storico dell'arte e i due maestri, i quali devono la fama di cui godono oggi proprio ad alcuni studi fondamentali di Longhi come “Caravaggio e i caravaggeschi”, “I pittori della realtà in Lombardia” e “Piero de' Franceschi”.

Caravaggio e Piero della Francesca: due opere

Polittico della Misericordia (1444), Museo Civico Sansepolcro
Polittico della Misericordia (1444), Museo Civico Sansepolcro

La mostra, curata da Maria Cristina Bandiera, ruoterà intorno all'sposizione di due pezzi importantissimi della storia dell'arte italiana: il magnifico “Polittico della Misericordia” di Piero della Francesca e il capolavoro del Merisi “Ragazzo morso da un ramarro”, i quali, insieme, permetteranno non soltanto di riscoprire i due artisti, ma anche e soprattutto il segno che Roberto Longhi ha lasciato tramite l'interpretazione dei loro capolavori.

I due capolavori non potrebbero essere più diversi: il primo, realizzato negli anni quaranta del Quattrocento, raffigura la Vergine Maria nell'atto di aprire il manto e abbracciare idealmente chiunque chieda riparo, e spicca per la particolarità dei personaggi che le fanno da contorno. Il secondo, probabilmente dipinto dal Merisi nell'ultimo decennio del Cinquecento, simboleggia il morso improvviso e doloroso dell'amore, ed è affollato di rimandi e riferimenti all'eros e al suo fascino sensuale.

Oltre alle due opere, saranno presenti anche artisti la cui discendenza dai due maestri è innegabile, come confermato appunto dagli studi dello stesso Longhi: dunque sarà possibile ammirare i ritratti di Ercole de' Roberti, oltre che numerosi documenti provenienti dall’archivio, dalla biblioteca e dalla fototeca della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.

Longhi, “scopritore” di Caravaggio

Roberto Longhi fu uno dei primi “scopritori moderni” di Caravaggio, appassionato collezionista delle sue opere (nel 1928 acquista proprio “Ragazzo morso da un ramarro”) e lucido critico della sua arte complessa e per certi versi ancora oscura. Allo stesso tempo, egli fu anche uno dei primi a consegnare alla storia dell'arte una delle monografie più importanti su Piero della Francesca, tradotta sia in inglese che in francese e nota in tutta Europa.

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