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Camusso: “Una patrimoniale per attuare un piano straordinario del lavoro per i giovani”

In un’intervista concessa a La Stampa, il segretario della Cgil Susanna Camusso spiega quali politiche economiche e di welfare si aspetta attui il Governo Renzi, auspicando una patrimoniale, anche se “non ci pare sia questa l’intenzione”.
A cura di Charlotte Matteini
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In un'intervista concessa al quotidiano torinese La Stampa, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso parla a tutto tondo delle riforme che vorrebbe veder applicate in Italia, delle soluzioni che secondo lei potrebbero porre un freno alla crisi economica che ormai da molto tempo attanaglia l'Italia. "Le scelte della Bce hanno evitato il peggio, ma è evidente che le politiche di austerità di questa Europa non ci porteranno fuori dalla crisi. E più si continua su questa strada sbagliata, più si rafforzano i nazionalismi e si indebolisce la speranza", sostiene Camusso. Sul fronte Renzi, invece, sembra che i rapporti siano cambiati negli ultimi tempi e si siano fatti via via sempre meno tesi rispetto al passato: "È indubbio che noi parti sociali abbiamo subìto un ostracismo pesante. A quanto pare negli ultimi tempi il presidente del Consiglio ha cambiato linea, e sembra aver riscoperto il principio europeo del dialogo sociale, finora evitato accuratamente. Ora si tratta di capire se le aperture di confronto che ci sono state produrranno dei risultati", sottolinea Camusso, che però lancia un debole allarme riguardo la futura legge di stabilità che verrà varata a fine anno: "Temiamo che la legge di bilancio sia ancora di taglio tradizionale, senza un necessario sostegno alla domanda. Ora vogliamo sperare che il piano ‘Casa Italia', inteso come prevenzione, messa in sicurezza e riqualificazione del paese, possa essere un’interessante opportunità per rilanciare sviluppo e lavoro".

Capitolo ammortizzatori sociali, da questo punto di vista le parti sociali sembrano non essere soddisfatte degli interventi del Governo Renzi che li avrebbe "significativamente ridotti", togliendo così "strumenti utili per gestire la crisi in corso". Secondo il segretario della Cgil, quindi, per dare un giudizio compiuto bisognerà attendere la nuova legge di bilancio, per verificare se lì verranno inseriti dei correttivi che non riguardino solo gli ammortizzatori sociali, ma anche degli stanziamenti utili a sostenere la domanda e i consumi degli italiani. Gli interventi auspicati sarebbero quelli che vanno verso la direzione della redistribuzione della ricchezza, da un lato è necessario dare sollievo a chi ha bassi redditi, dall'altro si dovrebbe invece intervenire sui grandi patrimoni per reperire le risorse da incanalare in un piano del lavoro dedicato ai giovani, che ancora oggi soffrono la piaga della disoccupazione: "Bisognerebbe intervenire invece sui patrimoni per reperire risorse per un piano del lavoro per i giovani – che è la vera emergenza del Paese – ridurre fortemente le tasse a lavoratori dipendenti, ai precari e discontinui, ai pensionati. Ma non ci pare sia questa l’intenzione", sottolinea Camusso.

"Se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo è che le politiche del governo, dal Jobs Act alla decontribuzione, non hanno immesso un numero significativo di giovani nel mondo del lavoro. Il governo quando si insediò annunciò al mondo che avrebbe eliminato il precariato. Oggi, con i voucher, rischiamo di averne, se possibile, uno peggiore. Servono risorse e misure di impatto ben differente. Bisogna fare i contratti, a cominciare dal pubblico impiego. Occorre sostenere gli investimenti in ricerca e innovazione. E si deve tornare ad assumere in una pubblica amministrazione riqualificata", prosegue il segretario della Cgil, sottolineando che il piano del lavoro deve comprendere tutti i lavoratori e riguardo l'idea di detassare gli aumenti salariali nei contratti aziendali non si dice affatto contraria, ma chiede che questi accordi di produttività per innalzare i salari valgano per tutti e non solo per quel 20% di lavoratori che sottoscrive un contratto aziendale.

In conclusione, parlando della riforma costituzionale e del referendum confermativo che ormai è giunto alle porte, Susanna Camusso sottolinea che la Cgil già a suo tempo diede un giudizio negativo sul Ddl Boschi, "ma per il merito della norma, non in funzione antigovernativa. Sono le politiche che ha praticato a non far crescere il consenso intorno al governo, forse lo pagherà anche in altre scadenze elettorali. Noi invitiamo i cittadini a partecipare al referendum e a votare “no”. Ma non faremo parte di alcun comitato, vogliamo mantenere la nostra autonomia".

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