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Camera, i lobbisti non potranno entrare più in uffici commissioni

La decisione del Comitato per la sicurezza della Camera rappresenta una vittoria per il Movimento 5 Stelle che già mesi fa aveva denunciato la presenza di alcuni soggetti esterni all’Aula (Luigi Tavelli, in testa).
A cura di Biagio Chiariello
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La protesta del M5S contro Tivelli
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“A seguito della nostra richiesta da oggi sarà impedito l’accesso alla Camera ai rappresentanti dei grandi gruppi industriali e finanziari del Paese, soprattutto durante la legge di stabilità”. E’ raggiante Luigi Di Maio, esponente di punta del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera, nel comunicare la decisione del Comitato per la sicurezza della Camera  di intervenire sugli accessi a Montecitorio con una regolamentazione “più restrittiva”: i lobbisti non potranno più accedere agli uffici dove si svolgono i lavori delle commissioni parlamentari. Ma Di Maio guarda già avanti: “Adesso bisogna creare il regolamento per gli accessi al palazzo – aggiunge – Visto che ci sono ancora in giro gli ex parlamentari (molto spesso lobbisti) e i 70 giornalisti parlamentari in pensione, che la Presidente della Stampa Parlamentare si ostina a lasciare all’aria condizionata in Transatlantico ad intessere relazioni”. Quello dei lobbisti a Montecitorio è un vecchio pallino dei 5Stelle. Già lo scorso dicembre, durante la discussione della legge di stabilità, i deputati grillini riferirono che la Camera “sembrava un mercato zeppo di lobbisti attaccati alla giacca dei parlamentari per convincerli a cambiare i propri emendamenti”. In quella circostanza registrarono la voce di uno di loro, quella del lobbista Luigi Tivelli, sorpreso mentre raccontava come fosse riuscito a modificare un emendamento del capogruppo del Pd Speranza.

Dopo la Camera, il M5S punta a restrizioni anche per il Senato

Di Maio punta il dito in particolare contro l’ex eletto Pdl Italo Bocchino, “è sempre in Parlamento – denuncia – anche se non è stato eletto e a me risulta lavori per il gruppo Romeo. E potrei citare tantissimi altri casi. E’ una situazione che deve essere regolamenta al più presto: non vogliamo trasferire il lobbismo al di fuori del Parlamento, ma vogliamo che i cittadini sappiano chi entra, con chi parla e perché”. Ora al Senato si discute in commissione Affari costituzionali un ddl per il registro delle lobby, anche se i tempi per l’arrivo in Aula sono molto lunghi. “Ho chiesto alla Boldrini”, ha concluso Di Maio, “di intervenire prima della discussione della legge di stabilità: sarà un momento delicato e non possiamo accettare che l’intervento delle lobby non sia ulteriormente limitato”

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