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California, il procuratore generale: “La legalizzazione della marijuana è un atto inevitabile”

La Harris: Ci sono problemi effettivi dal punto di vista giuridico, quale il limite consentito per guidare un veicolo. Per questo definire il quadro normativo è nell’interesse di tutti.
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“Non sono contraria alla legalizzazione della marijuana in quanto tale, ma in qualità di capo delle forze dell'ordine (del mio stato, ndt) ho l'obbligo di guardare a questa problematica dal punto di vista della legge e della sicurezza pubblica. Credo, in ogni caso, che questo processo sia inevitabile”. A parlare alla rivista americana Buzzfeed è Kamala D. Harris, neo rieletta procuratore generale dello Stato della California, che continua ad alimentare il dibattito sulla legalizzazione della marijuana e sulle sue possibilità d'impiego non solo per fini terapeutici ma anche ricreativi. La Harris, che proprio poche settimane fa ha sconfitto Ron Gold nella corsa per la poltrona di Pg – candidato Repubblicano e apertamente favorevole alla legalizzazione della cannabis – ha in qualche modo preso atto del processo di apertura già in corso in altri stati degli Usa e in altre realtà latinoamericane, prima tra tutte l'Uruguay del Presidente Pepe Mujica.

In California la cannabis per fini terapeutici è legale dal 1996

“Ritengo che il nostro stato sia fortunato – ha proseguito la Harris –, in qualche modo, perché può  seguire quanto si sta facendo in altre aree del paese. Abbiamo la possibilità di poter pensare con maggiore precisione a cosa, come e quando debba o possa essere reso legale dalle nostre leggi. Non credo ci vorrà troppo tempo per capire come la California vorrà affrontare questo tema. Per questo motivo sono convinta e persuasa del fatto che questo è un processo inevitabile e come tale va gestito”. Nello stato di Sacramento le organizzazioni in favore della legalizzazione della marijuana sono in fermento da tempo e, secondo quanto riportano i media locali, il termine politico più ragionevole per proporre il quesito alla popolazione potrebbe essere quello del 2016, data che se confermata cadrebbe giusto venti anni dopo la legalizzazione della cannabis per usi medici e terapeutici avvenuta nel 1996.

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Il dibattito rilanciato dalle affermazioni della Harris segue di poche settimane quanto avvenuto in Colorado e Washington, ovvero i primi due stati degli Usa dove è stato reso legale l'utilizzo per uso personale e ricreativo della marijuana. L'apertura normativa proveniente rispettivamente dal Centro e dal Nord Ovest degli Stati Uniti, ha dato una scossa all'intero paese, facendo sì che a stretto giro anche Oregon, Alaska e Washignton DC giungessero a significativi passi in avanti per l'utilizzo commerciale della cannabis. In particolare, durante l'ultima tornata delle elezioni di metà mandato (Midterm Elections), gli abitanti dello stato dell'Oregon hanno votato e approvato il possesso, la manifattura e la vendita della marijuana per gli adulti (ovvero dai 21 anni in poi), mentre l'Alaska ha stabilito che la vendita e il commercio della cannabis venga regolata con le stesse procedure relative alla vendita di alcolici.

Marijuana legale in: Alaska, Oregon, Washington e Washington DC

“Ci sono problemi effettivi dal punto di vista della regolamentazione giuridica alla vendita di marijuana – ha concluso il procuratore generale californiano –. Tra questi spiccano, ad esempio, il limite sopra o sotto il quale non si possa andare al fine di poter guidare un veicolo o compiere attività similari. Sono temi che in qualche modo qui in California, così come in altri stati, abbiamo già affrontato. Ma è il momento di proseguire nella discussione. Sono persuasa che definire in modo preciso e chiaro quali siano i limiti relativi all'utilizzo di questa sostanza, sia nell'interesse di tutti i cittadini e delle istituzioni stesse”. Intanto in queste ore in Colorado proseguono i tavoli tecnici per stabilire i dettagli relativi alla vendita e possesso della marijuana. Ciò che appare probabile è che il legislatore propenderà per avere etichette facilmente identificabili relative ai prodotti commercializzati, al fine di evitare l'utilizzo improprio della cannabis e il susseguente controllo delle attività commerciali legali. Secondo la Camera del Commercio di Marijuana del Colorado (Colorado Cannabis Chamber of Commerce), circa il 45 per cento del mercato legale di cannabis è saturato dai prodotti commestibili (ovvero gli infusi).

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Intanto anche in Europa qualcosa sembra si stia muovendo. Sono iniziati a Francoforte, in Germania, i primi incontri tra cittadini ed esperti per valutare l'opportunità e la possibilità di legalizzare in tempi brevi la cannabis. La proposta di una nuova legge che regolamenti il settore è stata avanzata – per la prima volta in Germania – da Rosemarie Heilig, vice direttore dell'assessorato alla Sanità (in tedesco Gesundheitsdezernentin), che ha avanzato l'ipotesi di un nuovo approccio normativo, già soprannominato il Sentiero di Francoforte, che suggerisce l'utilizzo di consultori e terapie specifiche al posto del carcere o, più in generale, dei provvedimenti punitivi e restrittivi. In città, in ogni caso, sono anche attivi gruppi di attivisti, tra cui molti avvocati, che attraverso petizioni ed incontri pubblici hanno sostenuto pubblicamente la necessità di depenalizzare e contestualmente liberalizzare l'utilizzo della marijuana.

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