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Cagliari, bimbo di 15 mesi asmatico trasferito in carcere: ora vive con la madre

Detenuta nel carcere di Cagliari – Uta, Liliana P. vive in cella con il figlio di 15 mesi, asmatico. Secondo quanto previsto dalla legge, mamma e figlio andrebbero trasferiti nel cosiddetto “icam”, l’istituto di custodia attenutata dedicato alla detenzione delle madri carcerate in quanto il regime carcerario violerebbe i diritti del bambino.
A cura di Charlotte Matteini
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Un bambino di quindici mesi vive in carcere con la madre, Liliana, ragazza di origine rumena di circa trent'anni detenuta nell'istituto penitenziario di Cagliari-Uta da mercoledì scorso. Il bimbo ha problemi di salute, soffre di una forma di asma che sarebbe incompatibile con il regime carcerario. A dare la notizia della detenzione illegittima di mamma e figlio nel carcere sardo è stata Maria Grazia Calligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritto e Riforme. "Ancora una volta un bimbo di pochi mesi si trova in cella con la giovane madre. Il piccolo di appena 15 mesi è asmatico. Una situazione che nella casa circondariale di Cagliari-Uta risulta inaccettabile dal momento che in Sardegna, a Senorbì, è stata allestito un istituto a custodia attenuata per madri detenute", scrive la Calligaris in una nota stampa.

La presidente dell'associazione che si occupa dei diritti dei detenuti sostiene sia in atto una violazione dei diritti del bambino, sottolineando che "per quanto possano sussistere esigenze cautelari gravi, un bimbo di 15 mesi non può comunque trascorrere la sua vita in carcere", ma andrebbe trasferito, insieme alla madre, in un Icam, ovvero un istituto dedicato alla custodia delle madri detenute dove le carcerate possono scontare la propria pena, garantendo però la salvaguardia dei diritti dei propri figli, che non possono pagare colpe per reati che, ovviamente, non hanno commesso. "Oltre all’Icam, dislocato purtroppo in una località periferica, esistono alternative alla detenzione che non possono essere ignorate. Tra l’altro il braccialetto elettronico consentirebbe alle forze dell’ordine di monitorare costantemente la donna nella sua casa e al piccolo di usufruire di un ambiente idoneo a ridurre i rischi di eventuali pericolose crisi respiratorie", spiega la Calligaris che, concludendo, sottolinea: "L’auspicio è che i tempi della giustizia, davanti a un caso come questo, non siano lunghi tanto da costringere un bimbo di 15 mesi a rimanere diverse settimane in una struttura carceraria. Nonostante l’impegno dei diversi operatori, un istituto di pena non è, per diversi motivi, un posto per neonati".

La struttura di Cagliari – Uta è la stessa in cui da qualche anno trascorre la sua vita Stefanina Maulu, 83 anni, la detenuta più anziana d'Italia. Anche per la Maulu, Calligaris fece un appello, sostenendo che la signora, ormai, non potesse essere considerata un pericolo per la società e che a causa dell'età e delle precarie condizioni di salute, sarebbe stato necessario trasferirla in una struttura più idonea. A Stefanina, attualmente, manca da scontare l'ultimo anno e mezzo di condanna.

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