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Cagliari, bagni separati a scuola per due bimbi migranti dopo le proteste dei genitori

L’arrivo dei due bambini ha scatenato sin dal primo giorno di scuola le proteste dei genitori degli altri alunni, che non volevano che i propri figli avessero contatti con i due nuovi iscritti. Alcune madri hanno minacciato di voler ritirare i ragazzini dalla scuola.
A cura di Claudia Torrisi
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scuola studentessa insultata

All'inizio dell'anno scolastico alla scuola elementare paritaria delle suore Mercedarie di Cagliari sono stati iscritti due minori migranti, uno etiope e  l'altro egiziano, sbaracati in estate sull'isola senza genitori. L'arrivo dei due bambini ha scatenato sin dal primo giorno di scuola le proteste dei genitori degli altri alunni, che non volevano che i propri figli avessero contatti con i due nuovi iscritti. Alcune madri hanno detto di voler ritirare i ragazzini dalla scuola se il bambino egiziano e quello etiope fossero rimasti in calsse: minaccia diventata realtà in due casi.

"La casa famiglia ci ha chiesto la disponibilità all’accoglienza dei bimbi e noi, ovviamente, abbiamo accettato", hanno spiegato a ull'Unione Sarda le supre responsabili della scuola. Stando a quanto riportato dai giornali locali, i genitori avevano espresso "perplessità sanitarie" sui nuovi arrivati – pur non avendo avuto nessun contatto con loro. I nuovi iscritti, però, erano stati visitati dai medici della Asl, che aveva rilasciato dei certificati che attestanti la loro buona salute.

Secondo La Nuova Sardegna, tra l'altro, "alcuni genitori, già impauriti davanti al pericolo che i loro pargoli s’ammalassero, avevano manifestato il timore che i due bimbi senza famiglia, sbarcati a Cagliari tra giugno e luglio, avessero tendenze violente" a causa del "loro vissuto, le sofferenze patite nei paesi d’origine, la perdita della madre e del padre, una matrice sociale certo lontanissima dal mondo dei ragazzi cagliaritani".

La protesta è durata un paio di settimane, durante le quali, come riporta l'Unione Sarda, le suore per cercare di mediare hanno trovato un compromesso con le famiglie e accogliere una delle loro richieste: far utilizzare ai due bambini migranti un bagno diverso rispetto a quello degli altri alunni in "via precauzionale".

Dopo quattro riunioni tra l'amministrazione della scuola e le famiglie – durante le quali le due legali tutrici dei bambini hanno spiegato l'assenza di rischi per la salute – la protesta è rientrata, e il bagno è tornato a essere unico. Finita la polemica, una delle suore che gestiscono l'istituto ha detto ai media che "non è stato razzismo, solo disinformazione". Secondo Angela Quaquero, presidente dell’Ordine sardo degli psicologi e referente della Regione per l’emergenza migranti, però, si tratta di "un episodio gravissimo, che si configura come un pesante trauma per tutti", perché "riguarda sia chi subisce questa inaccettabile discriminazione, sia chi ne è inconsapevole esecutore. Per questo è indispensabile la disponibilità delle stesse famiglie che hanno di fatto costretto la scuola a riservare bagni separati per i bambini di colore. L'episodio, di per sè gravissimo, lo è ancora di più se si considera che va ad incidere su un'età, quella evolutiva, nella quale restano tracce indelebili, con pericolosi esiti nel corso della vita, soprattutto sul versante della maturazione affettiva".

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