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Briatore: “In italia non si riescono a spendere 30mila al giorno, i ricchi non vengono”

Briatore presenta il suo nuovo libro (Sulla Ricchezza) nel quale evidenzia le carenze del Paese dal punto di vista dell’imprenditorialità. Il problema principale sono le “troppe tasse”, ma anche sul turismo il Belpaese non riesce a rilanciarsi, secondo l’imprenditore: “Non ci si può accontentare di cascine e prati…”.
A cura di B. C.
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Flavio Briatore ha pubblicato il suo nuovo libro “Sulla ricchezza“, edito da Sperling & Kupfer. L’imprenditore si è voluto soffermare in particolare sulle difficoltà a creare impresa in Italia (“Troppe tasse”), rilanciando la sua ricetta per il successo (“Sfruttare il turismo”). “Nel libro ho voluto spiegare il mio pensiero, ma quando dici la verità la gente si arrabbia”, racconta Briatore intervistato dal Corriere della Sera. L’ex manager della Formula 1 ha voluto assicurare sul fatto che non ha alcuna intenzione di candidarsi in politica, sulla scia di Donald Trump. “La differenza è che lui, nel suo ruolo di presidente degli Stati Uniti, decide e incide. In Italia sarebbe impossibile: prima hanno perso un anno con il referendum, ora ne perderanno altri due con le elezioni. La politica, così, è fine a se stessa, non è per lo sviluppo. Io sono per il fare, come ho dimostrato in Sardegna, dove ho aiutato i pastori a creare il marchio Bithi di Barbagia per il loro pecorino, che adesso viene distribuito nei negozi della catena Eataly e nei ristoranti Cipriani del mondo. E vorrei ricordarlo a chi mi critica: non ho mai ricevuto finanziamenti a fondo perduto nell’isola…” dice.

Briatore punta il dito contro la burocrazia e le tasse: “Il ceto medio è diventato il bancomat dello Stato” e “Le tasse complessive sulle imprese arrivano al 67 per cento”. Secondo l’imprenditore l’unica nota positiva nello scenario attuale è rappresentata da Milano: “Ha vinto la sua partita dopo l’Expo, ha cambiato faccia, è diventata la terza città preferita al mondo per lo shopping di altissimo livello”. E ancora:” Ci sono persone che possono spendere 10, 20 o 30 mila euro al giorno quando sono in vacanza, perché non farglieli spendere da noi?” si chiede. Il problema secondo il manager è che “a questi turisti non bastano cascine e masserie, prati e scogliere, servirebbero alberghi di lusso sul mare, servono strade, aeroporti, infrastrutture, servizi impeccabili, porti…”.

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