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Brexit, governo inglese ritira proposta su liste pubbliche lavoratori stranieri in azienda

Lanciata dalla ministra degli Interni Amber Rudd, prevedeva l’obbligo per tutte le aziende nazionali a pubblicare liste di lavoratori stranieri. Lo scopo era quello di far in modo che l’opinione pubblica si possa rendere conto di quanti posti risultano “occupati”, così da spingere le imprese ad assumere più britannici.
A cura di C. T.
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Brexit referendum - Situation in London

Marcia indietro del governo della Gran Bretagna sulla proposta annunciata dalla ministra degli Interni Amber Rudd di obbligare tutte le aziende nazionali a pubblicare liste di lavoratori stranieri. Lo scopo era quello di far in modo che l'opinione pubblica si possa rendere conto di quanti posti risultano "occupati", così da spingere le imprese ad assumere più britannici.

La proposta aveva suscitato numerose e dure critiche nel mondo politico e anche in quello dell'industria, che sono cresciute nonostante Rudd avesse spiegato il giorno dopo che si trattava solo di un'idea al vaglio e nulla di approvato. Steve Hilton, ex -consigliere del premier David Cameron, ha paragonato la proposta al trattamento degli ebrei durante il nazismo, dichiarando che di questo passo "finiremo per mettere numeri sulle braccia dei lavoratori stranieri"; mentre per la Lbc, una stazione radio londinese, ha commentato che l'idea assomiglia "un capitolo del Mein Kampf".

Questa mattina, dunque, la ministra dell'Istruzione Justine Greening ha annunciato in un'intervista televisiva il ritiro sostanziale della proposta: le liste verranno richieste alle aziende ma non saranno rese pubbliche. Nessun modo, quindi, di "svergognare" chi assume più stranieri di fronte all'0pinione pubblica. I dati sul numero dei lavoratori stranieri resteranno "confidenziali" e saranno utilizzati dal governo solo per rafforzare i programmi di training e istruzione nei settori in cui i lavoratori britannici sono meno rappresentati. "Di liste di stranieri non si parla in alcuna circostanza", ha dichiarato in seguitoil ministro della Difesa Michael Fallon, mentre Craig Oliver, ex portavoce di Cameron, ha osservato che si tratta di una "ritirata tattica".

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