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Bret Easton Ellis contro il politically correct delle anime candide

L’autore di “American Psycho” trasforma una querelle sulla popstar Sky Ferrera in un lungo monologo che si scaglia contro “la polizia del linguaggio” e su quanti utilizzano le battaglie di giustizia sociale per colpire chi la pensa diversamente.
A cura di Redazione Cultura
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Lo scrittore Bret Easton Ellis
Lo scrittore Bret Easton Ellis

La polemica social è presto servita. Da almeno due anni, uno dei più grandi scrittori viventi, Bret Easton Ellis, registra dei lunghi monologhi – intelligenti e incendiari – scaricabili in podcast. Stavolta, però, il rimbalzo delle sue riflessioni è stato di portata internazionale, da quando le sue affilate riflessioni si sono scagliate contro quella che lui definisce la «wuss generation», cioè una generazione di incapaci che usano le battaglie di giustizia sociale, tra cui il femminismo, per colpire chi non appartiene al branco.

Una sorta di lobby del politically correct che tende, secondo lo scrittore americano, implacabilmente a chiedere "scusa a qualsiasi sandwich e insalata che non gli sia piaciuta” e colpire ogni volta che qualcuno "mangia il panino sbagliato", insomma un'analisi arguta – non sempre condivisibile – su come funziona il sistema dell'indignazione sul web al tempo di massima diffusione social.

In un apprezzamento sulla giovane cantante Sky Ferreira, che il LA Weekly ha pubblicato una settimana fa, lo scrittore Art Tavana ha affermato che la suddetta artista, esattamente come Madonna a cui si ispira, è dotata di due "tette atomiche", le uniche in grado di "alterare il corso della storia umana", puntando il dito sulla disperata necessità delle popstar di avere a propria disposizione un'immagine che traghetti la propria musica verso un pubblico sempre più ampio.

Da lì in avanti, la critica femminista all'articolo di Art Tavana ha proceduto a vele spiegate, subissando l'autore di accuse di maschilismo, censurandone il riferimento all'estetica della giovane cantante americana. Ed è a questo punto che Ellis ha sentito il dovere di scendere in campo e dire la sua. Chi conosce i libri dell'autore di "Meno di zero" e "American Psycho" non può stupirsi dell'uso del dettaglio pop per ragionare su questioni di portata ben più ampia.

Ed Ellis lo ha fatto e a modo suo, prendendosela con quelle che definisce anime candide "diventate tutte nonne e matrone che stringono le loro perle con fare inorridito quando qualcuno ha un’opinione diversa su qualcosa e un modo di esprimersi che non è il riflesso del vostro". E poi, continuando ad affrontare il problema dell'indignazione sul web, accusando i combattenti per la giustizia sociale di essersi trasformati "in una polizia del linguaggio di stampo autoritario" che intende imporre agli altri il proprio modo di pensare.

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