276 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Bossetti scrive dal carcere: “Lotterò fino alla fine contro questo errore giudiziario”

L’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio scrive una lettera agli avvocati: “Chiedo giustizia, come i genitori di Yara”.
A cura di Antonio Palma
276 CONDIVISIONI
Immagine

Massimo Bossetti, l'uomo in carcere con l'accusa di essere l'assassino della 13enne Yara Gambirasio, torna a farsi sentire. Il muratore di Mapello, che sarà processato in Corte d'assise a partire dal 3 luglio prossimo, infatti è tornato proclamare la sua innocenza attraverso una lettera scritta in carcere e consegnata ai suoi legali. Nella missiva, il cui contenuto integrale è mostrato dalla trasmissione Quarto Grado su Rete 4, Bossetti assicura che lotterà "fino alla fine" contro quello che definisce un " grandissimo, fottutissimo errore giudiziario" nei suoi confronti. Bossetti si rivolge in particolare ai suoi avvocati per esortarli a continuare il loro lavoro in vista del processo a suo carico, ribadendo la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. "Volevo congratularmi dicendovi grazie per tutto il grandissimo lavoro che state facendo. Grazie per tutto il tempo che state dedicando su questo difficile, drammatico lavoro, privandovi quasi del tutto della vostra vita familiare, volevo farvi notare che apprezzo moltissimo tutti i vostri sforzi, talmente faticosi in questo terribile caso caduto ingiustamente nei miei confronti, e soprattutto per dire a tutti voi, che ho estremamente fiducia al 100% per il grandissimo, faticoso lavoro che state facendo" scrive l'imputato rivolto ai suoi avvocati, aggiungendo: "Da parte mia e sono sicuro che prima o poi riuscite a ottenere una valida risposta e per mettere fine una volta per tutte su questa mia dannata detenzione".

"Credetemi non so chi fosse Yara, non ho mai conosciuto Yara e non riesco a darvi una spiegazione perché io mi trovo in questo schifo" ribadisce Bossetti, aggiungendo: "ma una cosa voglio farvi capire e lo griderò sempre da queste fottutissime sbarre e mura, che mi circondano, io in tutto questo non c'entro assolutamente niente, io sono del tutto estraneo a questo maledettissimo omicidio, io non avrei mai potuto commettere una cosa così talmente atroce, infamante nei miei confronti perché non ho mai potuto nemmeno per un secondo far male a qualcuno, io non avrei mai potuto avere il coraggio di fare quello che loro vogliono farvi capire che io abbia fatto". "Soffro tantissimo, sto soffrendo perché tutto mi è stato portato via senza potermi rendere conto di niente e soprattutto soffro per tutta questa maledettissima lontananza da mia moglie Marita e i miei stupendi figli che tantissimo mi mancano, credetemi sto vivendo solo per loro e basta" sottolinea il muratore.

"La mia più assoluta innocenza di sempre e non è un giorno che la grido ma da ben 313 giorni, e non intendo smettere. La mia coscienza è pulitissima, e sono stato incastrato da prove che per me ancora oggi sono altamente surreali" continua Bossetti in un altro passaggiodella lettera, spiegando: "Anch’io chiedo giustizia come i genitori della povera Yara e dunque non è giusto pagare per qualcuno che in verità ha commesso questo tragico delitto, facendola franca". "Se io fossi stato veramente colpevole, credetemi che il primo giorno di arresto non esitavo nemmeno per 20 secondi a dirglielo, ma siccome so pienamente di non aver fatto nulla di tutto ciò, e so benissimo che vogliono incastrarmi" per questo, conclude Bossetti, "lotterò, combatterò fino alla fine insieme a tutti voi, con tutta la mia forza e la vostra, riuscendo così a dimostrare la mia innocenza. Loro hanno iniziato guerra contro di me e io intendo vincerla, costi quel che costi".

Immagine
276 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views