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Bossetti non si arrende: “Non credo all’ergastolo, combatterò anche per i miei figli”

Lʼuomo accusato di aver ucciso Yara Gambirasio racconta le sue giornate ad un politico in visita nel carcere di Bergamo e dice: “Leggo, guardo poca tv e rispondo alle lettere di chi mi scrive”.
A cura di Biagio Chiariello
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Massimo Giuseppe Bossetti non si arrende. A ormai una settimana dalla condanna all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio, il muratore di Mapello continua a professarsi innocente. “Ancora non credo alla condanna all'ergastolo. Non ho mai commesso nulla" ha detto ad un politico lombardo in visita al carcere di Bergamo dove è rinchiuso, secondo quanto riporta il quotidiano Il Giorno. Bossetti racconta le sue giornate: "Passo il tempo leggendo. Mi piace leggere la cronaca sui giornali. Guardo poca televisione. Ricevo tante lettere di amici, ma anche di gente che non conosco, e io rispondo". Tuttavia non si dà pace. "Speravo di essere capito per la replica del Dna. Anche se comprendo l'accanimento nei miei confronti con tutto il clamore mediatico e i soldi spesi nelle indagini".

Al di là della consapevolezza di dover passare il resto della sua vita dietro le sbarre, c’è un pensiero che lo tormento: "Quelli che mi ha sconvolto è l'aggiunta all'ergastolo della perdita della patria potestà genitoriale. Una mazzata". Come era già chiaro nei giorni scorsi, il condannato ha paura di perdere i suoi figli, nonostante i suoi avvocati abbiano chiarito che quella pena scatterà solo in caso di conferma definitiva della condanna, in terzo grado. Bossetti ha ribadito la sua innocenza anche nell'ultima occasione avuta in aula prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio per deliberare. Avrebbe voluto avere un'altra possibilità: la ripetizione dell'esame del Dna non gli è stata concessa, eppure lui non si arrende: "Combatterò fino alla fine per amore della mia famiglia che mi è vicina".

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