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Bonus scuola, gli studenti valutano l’operato degli insegnanti. I sindacati insorgono

Questionari anonimi per la valutazione dell’operato degli insegnanti. Ai migliori verrà erogato in busta paga un “bonus” di merito, previsto dalla riforma “Buona scuola”. I sindacati protestano: “Contro legge e surreale: chi è valutato, valuta”.
A cura di Charlotte Matteini
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Quattro questionari anonimi, da compilare su base volontaria e infilare nelle urne predisposte dal personale scolastico. Lo scopo: valutare i docenti. Le domande coprono ogni possibile ambito, dalla disponibilità del docente ad accompagnare gli studenti in gita, alla valutazione della qualità dell'insegnamento, dell'attenzione verso gli allievi, dei tempi impiegati per la correzione dei compiti in classe. Sono inoltre previsti dei premi in denaro, ovvero l'erogazione del bonus previsto dalla riforma "Buona scuola" entrata in vigore lo scorso anno, per gli insegnanti che risulteranno essere più bravi dei propri colleghi, per un ammontare totale di 24mila euro a scuola. L'iniziativa è stata lanciata dal liceo delle Scienze umane "Duca d'Aosta" di Padova, ma non è stata ben accolta dai professori, tanto meno dai sindacati di rappresentanza, che minacciano dure prese di posizione e reazioni.

"Le polemiche erano da mettere in conto", ha dichiarato il preside dell'istituto superiore Alberto Danieli. "Se non possono farlo i dirigenti, i genitori, gli alunni e gli stessi docenti ditemi cosa fare per migliorare e valutare il servizio che offriamo nelle scuole. Chiaro che il percorso è duro, come ogni novità. Qui nessuno leva mezzo euro a nessuno, qualcuno avrà solo qualche soldo in più. Non è una pazzia", ha sottolineato Danieli.

Stessa identica presa di posizione nel torinese, al liceo classico Newton di Chivasso. Qui il famigerato questionario propone 20 domande a cui si può rispondere dando un voto che va da uno a sei. Il sindacato Cub, alla presentazione della proposta, è insorto: "Si punta a utilizzare gli studenti come controllori dell'attività dei docenti e si fornisce al dirigente uno straordinario strumento di pressione".

A Bologna già dall'anno scorso è partita la sperimentazione dei test anonimi. Quelli utilizzati all'istituto tecnico economico Salvemini di Casalecchio, per esempio, comprendono anche una valutazione sull'operato del preside. Ma anche nel bolognese, i sindacati rifiutano l'utilizzo di questa metodologia di analisi e valutazione della qualità d'insegnamento dei docenti. Raffaella Morsia, segretaria della Flc Cgil della Regione Emilia Romagna, ha dichiarato: "Un circolo vizioso da interrompere. Gli studenti hanno diritto a partecipare alla vita della scuola, e siamo d'accordo sul fatto che giudichino i progetti didattici. Ma non così. Studenti e genitori non sono soggetti competenti a decidere l'erogazione di un compenso economico, che deve essere oggetto di contrattazione". Marcello Pacifico di Anief, sostiene invece che questo tipo di valutazione sia addirittura contra legem: "Va contro la legge, da nessuna parte c'è scritto che gli studenti devono valutare gli insegnanti. Surreale: chi è valutato valuta".

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