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Bombardata una scuola in Siria: bambini tra le vittime

Secondo quanto riferiscono gli attivisti siriani diversi bambini sono rimasti uccisi e feriti in un villaggio nella provincia di Idlib, bombardato da colpi di artiglieria. Sarebbero almeno 14 le vittime.
A cura di Susanna Picone
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Secondo quanto riferiscono gli attivisti siriani diversi bambini sono rimasti uccisi e feriti in un villaggio nella provincia di Idlib, bombardato da colpi di artiglieria. Sarebbero almeno 14 le vittime.

Ennesima strage di bambini in Siria, nel corso di una guerra civile che non risparmia nessuno. Secondo quanto riferiscono gli attivisti dei Comitati di coordinamento è stata bombardata una scuola nel villaggio di Al Maghara, regione di Idlib. Le bombe del presidente siriano Assad avrebbero colpito diversi bambini e molti avrebbero perso la vita. Sarebbero almeno 14 le vittime di quest’ultimo attacco, non è chiaro quanti di queste siano dei bambini. E inoltre ci sarebbero molti feriti. Ma le notizie che arrivano dalla Siria sono ancora contrastanti, altre fonti parlano infatti di una scuola bombardata vicino Aleppo. È un massacro continuo quello che sta avvenendo nel Paese: nella sola giornata di domenica sono rimaste uccise almeno 64 persone.

Trattative per una soluzione politica della guerra – Nelle ultime ore vi è stata una riunione a Istanbul tra i ministri degli Esteri degli 11 Paesi occidentali e musulmani del gruppo Amici della Siria, tra cui c’è anche l’Italia. Ciò che è emerso dall’incontro è la richiesta dell’avvio di trattative per una soluzione politica del conflitto, che ponga fine al bagno di sangue. L’America, per bocca del segretario di stato John Kerry, ha denunciato lo stanziamento di altri 123 milioni di dollari di aiuti “non letali” all’opposizione armata, raddoppiando dunque il totale che così arriva a 250 milioni. L'opposizione siriana, da parte sua, ha rassicurato la comunità internazionale che non ci saranno vendette e che le armi non finiranno “nelle mani sbagliate”. Per l’America la priorità è di arrivare a una transizione pacifica che apra la strada a un processo elettorale per il post-Assad.

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