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Arrestato monsignor Benvenuti, 300 anziani alleggeriti di 30 milioni

In manette monsignor Patrizio Benvenuti con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio ed evasione fiscale.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbe partecipato ad una truffa milionaria ai danni di centinaia di persone, in gran parte anziani, chiedendo soldi per un inesistente scopo benefico. Con questa accusa oggi è finito in manette un alto prelato di origini argentine e residente alle Isole Canarie, monsignor Patrizio Benvenuti. Il monsignore infatti risulta indagato dalla Guardia di Finanza di Bolzano insieme ad altre nove persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio ed evasione fiscale. Secondo l'inchiesta il prelato chiedeva soldi per una fondazione umanitaria da lui creata ottenendo cospicui finanziamenti da persone ignare, soprattutto all'estero, ma i soldi poi venivano dirottati in un complesso meccanismo di riciclaggio che comprendeva persone, società estere e italiane.

Il 64enne Benvenuti, che ha operato a vari livelli nel Tribunale Ecclesiastico della Santa Sede in Vaticano e ha ricoperto anche l'incarico di secondo Cappellano Militare presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita dalla Marina Militare a Chiavari, è stato posto ai domiciliari poco prima che partisse per le Canarie. Nell'indagine è ricercato anche un suo stretto collaboratore, il 54enne Christian Ventisette, colpito da un mandato di cattura internazionale in quanto irreperibile.

A far partire l'inchiesta è stata la denuncia di una suora, ex collaboratrice del prelato che, senza saperlo, era stata nominata responsabile di un "Trust" e si era vista recapitare a casa sua in Alto Adige documenti bancari e commerciale riferiti a diverse società di capitali. La donna, notando movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro alle quali non sapeva dare una spiegazione, ha avvertito le Fiamme Gialle spiegando che quando lavorava col prelato a Roma, aveva firmato alcuni documenti fidandosi di lui.

Secondo gli inquirenti le persone truffate sarebbero almeno trecento per un importo complessivo di circa 30 milioni si euro. Per questo oltre all'arresto del monsignore i finanzieri hanno effettuato il sequestro di conti correnti bancari e svariati immobili tra cui una lussuosa villa del Quattrocento a Piombino e un grande sito archeologico a Selinunte.

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