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Bologna, ai bimbi è vietato portare i peluche a scuola: “Ci sono i vermi”

Niente pupazzi in un asilo per un’infestazione di vermi. La decisione e dell’Ausl, ma i genitori protestano vibratamente: “Invece di sanificare per bene si limitano a questi provvedimenti”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Da qualche giorno, i bambini della scuola dell’infanzia Arcoguidi Pace di Bologna non possono più portare i loro pupazzi di peluche nel dormitorio durante l’ora del riposo pomeridiano” per via di “una delle precauzioni che l’Ausl ha diramato” per “contrastare l’infestazione da ossiuri (più comunemente noti come vermi intestinali) che si è diffusa da settimane in quasi tutte le scuole d’infanzia, primarie e asili nido del quartiere Saragozza”. E’ la parte più significativa del comunicato diffuso oggi agli organi di informazione da “rappresentanti e alcuni genitori della sezione gialla della scuola d’infanzia Arcoguidi Pace”. Le famiglie ora chiedono uno “svermi-day”, ovvero il “trattamento farmacologico a tutti i bambini e ai loro famigliari che non l'hanno ancora effettuato, ovviamente con la prescrizione e il controllo dei pediatri e dei medici di famiglia”. I genitori ricordano che “questi parassiti sono specifici dell’uomo, si diffondono molto facilmente per via orofecale e provocano conseguenze che vanno dal prurito all’inappetenza, fino -nei casi più gravi e rari- alle appendiciti e alle salpingiti”.

L’Ausl ha conferma che in alcune scuole ci sono casi di ossiuri e che sono state prese delle contromisure relative anche ai giochi (non solo ai peluche) e in generale agli oggetti che i bambini si portano da casa per il momento del riposo pomeridiano. Per provare ad arginare il problema l’azienda sanitaria ha raccomandato un lavaggio continuo delle mani, la sterilizzazione quotidiana della biancheria e altre cose. Ma sono “indicazioni arrivate tardi, in modo frammentario ed evidentemente di poca efficacia. Ma soprattutto la verifica della diffusione dell’infestazione è stata lasciata alla buona volontà dei singoli genitori”, si legge nella lettera di denuncia.

La situazione "è già all’attenzione dell’Azienda Usl di Bologna". Comincia così la replica dell'azienda sanitaria. L'Ausl sottolinea anche che "le infezioni da ossiuri, più frequentemente riscontrabili nei bambini sino a 14 anni, sono estremamente comuni, ma non pericolose per la salute e si risolvono con una semplice terapia farmacologica e il rispetto delle comuni norme igieniche. Nel corso del 2015, a Bologna, i casi accertati di ossiuriasi sono, a tutt’oggi, 46 (3 dei quali riguardanti adulti). La trasmissione avviene per via oro-fecale. Le uova sono trasportate alla bocca attraverso le mani sporche o, più raramente, attraverso oggetti contaminati, come ad esempio i giocattoli".

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