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Boldrini: “Su unioni civili tempo scaduto”. E ddl in Aula ad agosto (forse)

Dopo l’ennesima reprimenda europea e la dura presa di posizione di Laura Boldrini, si sblocca la situazione al Senato: “Ddl in Aula dal 3 al 7 agosto”. Ma solo se la Commissione terminerà il suo lavoro.
A cura di Redazione
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Nella giornata di ieri, dopo la sentenza della Corte Europea che bacchettava l’Italia per il ritardo nel riconoscimento dei diritti alle persone omosessuali, la presidente della Camera Laura Boldrini si era lasciata andare ad un duro sfogo, ribadendo come sulla questione unioni civili il tempo fosse scaduto. “Il Parlamento non può tralasciare questo tema o metterlo in secondo piano”, aveva spiegato la Boldrini, chiosando: “L’Italia è malata di disuguaglianza, economica ma anche sociale. Ora il Parlamento agisca”.

Ricordiamo che solo pochi giorni fa sembrava definitivamente tramontata l’ipotesi di discutere il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili prima della pausa estiva e lo stesso Presidente del Consiglio si era limitato a promettere una approvazione entro la fine dell’anno. Poche ore fa, invece, la Conferenza dei capigruppo del Senato della Repubblica ha aperto alla possibilità che il testo possa essere discusso nell’ultima settimana di lavori di Palazzo Madama. Come ha spiegato il capogruppo del PD Zanda: “Abbiamo chiesto con forza che il testo venga inserito dal 3 al 7 agosto nel calendario dell’aula e la Conferenza dei capigruppo ha accolto la nostra richiesta […] In più abbiamo chiesto a Grasso di sollecitare la commissione Giustizia affinché si votino gli emendamenti perché un testo così importante merita di arrivare in aula con il mandato al relatore”.

Il punto è in effetti proprio questo: il testo andrà in Aula solo se la Commissione Giustizia ultimerà il lavoro (e dunque concluderà l’esame delle migliaia di emendamenti presentati). Difficile, come ci spiegava l’onorevole Campana (PD) se continuerà a riunirsi una volta a settimana (e anche considerando la decisione dei centristi di continuare con l’ostruzionismo). Insomma, quello di oggi è un passo in avanti, certo, ma che potrebbe non avere un esito positivo.

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