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Boeri propone il salario orario minimo: “In Italia si paga l’anzianità, non le competenze. Assurdo”

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è tornato a proporre l’introduzione del salario minimo orario: “Sarebbe un qualcosa che permette e stimola la migliore collocazione delle risorse eliminando le imprese a bassa competitività. Abbiamo dei profili salariali che gridano vendetta, si pagano le anzianità e non le competenze”.
A cura di Charlotte Matteini
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Già in passato aveva provato a proporlo, ma la sua richiesta è rimasta pressoché inascoltata. Durante un convegno tenuto all'Arel, il presidente dell'Inps, Tito Boeri, è tornato a ribadire la necessità di introdurre nella legislazione italiana il salario minimo orario. Secondo il presidente dell'Istituto di previdenza sociale, "l'attuale sistema contrattuale su due livelli non funziona e andrebbe sostituito con un "salario minimo orario legale che valga per tutti laddove le maglie della contrattazione non sono in grado di evitare che le persone vadano sotto alcuni livelli", perché "sarebbe un qualcosa che permette e stimola la migliore collocazione delle risorse eliminando le imprese a bassa competitività", ma soprattutto questo tipo di sistema attualmente in vigore sarebbe la radice dei problemi italiani: "Abbiamo dei profili salariali che gridano vendetta, si pagano le anzianità e non le competenze è paradossale che questo tema sia stato depennato". Soltanto in cinque Paesi europei, oltre all'Italia, non è previsto un salario minimo: Danimarca, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia.

Boeri inoltre ha nuovamente criticato i sindacati spiegando che in Italia ci sono "un problema di bassa occupazione giovanile e un problema femminile per le disuguaglianze di genere ma quando propongono, i sindacati lo fanno sul sistema pensionistico e non sul mercato del lavoro. È paradossale, i problemi vanno affrontati dove nascono. Se risolviamo i problemi del mercato del lavoro, risolviamo anche il problema del sistema pensionistico".

"Dai dati sulla rappresentanza emerge che il peso del sindacato è sovrastimato. Ci sono riforme che prescindono dalla legislatura le parti sociali possono andare avanti ma purtroppo non c'è alcuna iniziativa", ha sostenuto Boeri, aggiungendo che "serve un riscontro effettivo della rappresentanza non solo sul fronte sindacale ma anche su quello imprenditoriale, che perfino è ancora più serio. È giusto che i dati sulla rappresentatività siano resi pubblici perché si tratta di una questione di democrazia".

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