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Blue Whale, il video choc di M.: mostra i tagli sulle braccia. “Stavo per suicidarmi”

La video-confessione di M., una ragazzina che si è trovata invischiata nel famigerato gioco che in Russia ha portato a decine di suicidi. “Ne sono uscita per caso, solo dopo che i miei genitori mi hanno scoperto”. Nel filmato caricato su YouTube la giovanissima mostra anche le prove della Blue Whale Challenge.
A cura di Biagio Chiariello
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“Tutto questo non è una bufala, come in molti affermano. Non c’è da scherzare e da offendere. Voi lo avete fatto, quasi istigandomi al suicidio”. Inizia con queste parole la video-confessione di M., una ragazzina che ha deciso di raccontare la sua esperienza con la Blue Whale Challenge sul proprio account YouTube: “Ho iniziato questo gioco due mesi fa” spiega la minorenne, che evidenzia come sia stata contattata da un "curatore” e che le prove le sarebbero state assegnate giorno dopo giorno. La prima consisteva nell’incidersi con un taglierino sul braccio la famigerata balena.

M. ha poi continuato per i successivi 25 giorni, anche sotto minaccia dell’uomo che l’aveva contattata. Fino a quando "arrivati al giorno 26 i miei genitori mi controllarono lo zaino e dentro al diario trovarono un taglierino e mi chiesero a cosa mi servisse. Per un momento mi hanno creduto, poi hanno trovato il quaderno con le prove che aveva fatto finora, compresi i tagli sul corpo". A quel punto il padre decide di rivolgersi ai carabinieri per denunciare l’accaduto. I militari però spiegano di non aver mai sentito parlare di questo gioco e di non poter far nulla in quanto la sfida sarebbe partita dalla Russia.

Come spesso accade in rete, M. è stata vittima di insulti. In molti non le hanno creduto e l'hanno accusata di aver inventato tutto, con lo scopo di sfruttare la popolarità dell'argomento per essere al centro dell'attenzione. “Mi avete quasi spinto a suicidarmi”. La giovane nel video mostra anche le cicatrici dei tagli legati alle prove. Quindi fa un appello alla Rete e ai giovani come lei: “State vicini alle persone colpite da questo fenomeno. Aiutateli, ne hanno bisogno, so di quello che sto parlando”. Poi si rivolge ai suoi coetanei coinvolti: “Se volete uscirne, sapete come fare. Basta parlarne con un adulto”.

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