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Blitz anti-Isis a Roma, arrestati aspiranti jihadisti: preparavano attentato in Iraq

Operazione anti-terrorismo nella notte a Roma. Tre ordinanze di custodia cautelare. Le intercettazioni: “Prendo una macchina con l’esplosivo dentro per fare un’operazione contro i miscredenti”.
A cura di Susanna Picone
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La notte scorsa i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Roma hanno portato a termine un’operazione antiterrorismo nei confronti di militanti jihadisti affiliati all’Isis nell’ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica della Capitale. Il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino macedone di 41 anni, Maqelara Vulnet alias Brigande Carlito e di un cittadino tunisino di 29 anni, Barhoumi Firas, ai quali viene contestato il delitto di appartenenza ad un’associazione con finalità di terrorismo, con l’aggravante della transnazionalità del reato. L’operazione è nata da un’intuizione investigativa dei Carabinieri romani in occasione dell’arresto lo scorso novembre di Brigande Carlito. Questi era ricercato in forza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria macedone, per reati contro la persona e il patrimonio commessi in quel Paese. In quella circostanza i Carabinieri hanno individuato e perquisito la sua abitazione e hanno notato alcune lettere manoscritte contenenti frasi in arabo e fotografie con indizi di una adesione al radicalismo islamista.

Le intercettazioni – Le successive indagini del Ros hanno fornito chiari elementi da cui è emerso che nei giorni antecedenti al suo arresto Brigande Carlito era in contatto attraverso vari sistemi di chat con Barhoumi Firas, che già in quel periodo si trovava in Iraq come “foreign fighter”; che i due indagati si erano conosciuti tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, durante un periodo di comune detenzione in carcere; che Brigande Carlito era in procinto di partire per l’Iraq, ove si sarebbe unito alle milizie jihadiste dell’Isis; e infine che Barhoumi Firas si era offerto per un attentato suicida contro “gli infedeli” in Iraq mediante l’uso di un’autobomba. “Prendo una macchina con l’esplosivo dentro per fare un’operazione contro i ‘kuffar'”, questo ad esempio uno dei messaggi vocali rintracciati dai carabinieri del Ros che il tunisino ha mandato al macedone.

Il terzo arresto – Nell’ambito della stessa operazione i Carabinieri hanno arrestato una terza persona, il 26enne macedone Kurtishi Abdula: era ricercato in campo internazionale perché evaso da un carcere macedone ove stava scontando una condanna per rapina. Gli approfondimenti investigativi sul suo conto hanno consentito di scoprire che egli, dopo essere transitato in diversi Paesi europei, aveva fatto ingresso in Italia nel mese di ottobre scorso dove si avvaleva di documenti falsi e identità fittizie. È stato dunque arrestato per evasione e possesso di documenti falsi.

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