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Bimbo ucciso dal cane a Cepagatti, il padre indagato con la moglie: “Cane mai aggressivo”

Il padre del piccolo Ferdinando Di Rocco indagato con la moglie, che non è la madre del bimbo, per omicidio colposo. “I cani non erano mai stati aggressivi ed erano legati” ribadiscono i familiari del bambino ancora sotto shock per quanto accaduto. Domani i funerali.
A cura di Antonio Palma
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La Procura della Repubblica di Pescara ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il padre del piccolo Ferdinando Di Rocco, il bimbo di un anno e mezzo morto sbranato dal cane di famiglia mercoledì sera in contrada Cantò a Cepagatti. Con lui, sempre per il reato di omicidio colposo, indagata anche la moglie che non è la madre del bimbo. La decisione del pm dopo aver accertato che il piccolo era in loro custodia quando è stato sbranato dall'animale, un cane corso di nome Giulia che era legato nel piazzale davanti all'abitazione. Nel frattempo il personale della Asl ha effettuato degli accertamenti sui cani – oltre all'animale che ha aggredito Ferdinando c'era anche un altro cane – e, in particolare, sui microchip. Entro domani i Carabinieri della Compagnia di Pescara, che si stanno occupando della vicenda, dovrebbero acquisire tutta la documentazione relativa ai due animali. E sempre domani, alle 15.30, nella chiesa di Santa Lucia, a Cepagatti, saranno i funerali di Ferdinando Di Rocco.

"Stiamo cercando di capire la dinamica, considerando che è stato aperto un fascicolo. Sono in corso gli accertamenti per chiarire ogni aspetto di questa tragica vicenda. La certezza è l'aggressione del cane Giulia al bambino" ha spiegato il maggiore dei carabinieri Claudio Scarponi. "Stavano facendo un trasloco e il bambino era nel giardino dove si stava caricando un camion, quando si è allontanato andando vicino al cane. Cosa che non faceva mai" ha ricostruito invece il nonno paterno del bimbo questa mattina parlando con i giornalisti.

"I cani però lo conoscevano. In passato non erano mai stati aggressivi, anzi, piuttosto tranquilli visto che il bambino ci giocava. Non avevano mai dato problemi. È stata una fatalità" ha tenuto a sottolineare l'uomo che con tutta la famiglia è  afflitto da un dolore inconsolabile per quanto accaduto. La stessa dinamica è stata ricostruita da uno zio del piccolo: "I cani erano stati legati perché con il trasloco avrebbero potuto creare intralcio, ma io posso dire che non erano aggressivi e non avremmo mai pensato che potesse accadere questo. Sono cose inspiegabili. Il bambino si è avvicinato, forse è inciampato ed è stato assalito, ma non lo sappiamo".

Dopo l'aggressione "il latrato del cane ha richiamato l'attenzione dei presenti che si sono subito resi conto della gravità dell'accaduto" hanno spiegato gli inquirenti, aggiungendo: "È stato richiesto l'intervento dell'elisoccorso ma per celerità il papà ha caricato il figlioletto in macchina diretto verso l'ospedale di Chieti dove purtroppo, però, non c'è stato nulla da fare". "Stiamo cercando di chiarire ogni aspetto della vicenda anche per individuare eventuali responsabilità. I cani erano normalmente tenuti alla catena, ma è ancora presto per esprimerci in maniera definitiva, solo successivamente potremo farlo", ha concluso il comandante della Compagnia Carabinieri di Pescara.

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