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Bimbo di 2 settimane muore, padre a processo per “scuotimento” ma era carenza di vitamina k

Il caso a Cagliari dove, dopo gli accertamenti degli esperti, è stato stabilito che la morte del bimbo non era dovuta alla Sindrome del bambino scosso, come ipotizzavano dalla Procura, ma bensì ad una mancanza di vitamina K.
A cura di Antonio Palma
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Aveva visto morire il figlio di appena due settimane davanti ai suoi occhi per una emorragia interna senza riuscire a fare nulla per salvarlo, ma subito dopo aveva anche dovuto subire l'onta di essere accusato dagli inquirenti di omicidio preterintenzionale del neonato. Ora la Corte d'Assise di Cagliari ha però completamente scagionato l'uomo, un cuoco sardo di 43 anni, stabilendo che la morte del bimbo non era dovuta alla Sindrome del bambino scosso (Sbs), come ipotizzavano dalla Procura di Cagliari, ma bensì ad una mancanza di vitamina K.

A questa conclusione i giudici del tribunale del capoluogo sardo sono arrivati dopo gli accertamenti compiuti dagli esperti nominati dalla stessa Corte che alla fine hanno accertato che al neonato non era stata somministrata la vitamina K. Si tratta di una pratica precauzionale che da tempo viene presa nei reparti di ostetricia per evitare emorragie spontanee nei neonati, ma che non era stata disposta per il  piccolo  di appena 16 giorni che però era nato in casa.

Il neonato morì nel giugno 2013 nella clinica pediatrica Macciotta di Cagliari dove però era arrivato poco prima già in condizioni disperate non facendo nemmeno in tempo ad entrare nel reparto di neonatologia. Informati dai medici, gli inquirenti avevano avviato una indagine sospettando, inizialmente, un decesso per Sindrome del bambino scosso. Sotto accusa era finito il padre che si trovava a casa al momento del malore col piccolo ed aveva allertato il 118. La madre si era costituita parte civile nel successivo processo ma dagli accertamenti è emersa la totale innocenza dell'uomo per il quale lo stesso pubblico ministero ha richiesto l'assoluzione.

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