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Opinioni

Il Senato ci costa ancora 520 milioni di euro l’anno

L’analisi del bilancio del Senato mostra una costante diminuzione delle spese, ma anche il persistere di sprechi e scelte “singolari”. Dalle stoviglie alla biancheria, fino ai privilegi degli ex senatori.
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Il Senato della Repubblica è impegnato in questi giorni nella discussione del bilancio consuntivo del 2012 e nella previsione di spesa per il 2013. Come già avvenuto per la Camera dei deputati, anche nel caso di Palazzo Madama è evidenziabile un decremento della spesa complessiva e, come sottolineato dalla relazione dei questori, "un andamento positivo della gestione con riferimento ai dichiarati obiettivi di contenimento della spesa". Nello specifico, nel "2012 la spesa complessiva ammonta, infatti, a 520.625.482,26 euro (al netto dei risparmi da versare allo Stato), in evidente diminuzione rispetto al dato consuntivo dell’esercizio 2011 (meno 4,70 percento)".

Il complesso dei risparmi in tre esercizi ammonta dunque a circa 24 milioni di euro e si registra comunque un positivo equilibrio fra le entrate e le spese, con un avanzo di esercizio che passa dai 52 milioni del 2010 ai 23 del 2012 (ovviamente c'è da considerare che nel frattempo le entrate sono diminuite di circa 50 milioni). Come però già abbiamo fatto in occasione del bilancio della Camera dei deputati, ampliando un po' la forbice si nota che le spese del 2012 risultano allo stesso livello del 2007 e solo di 12 milioni inferiori a quanto avveniva all'inizio della legislatura 2008 / 2013. Ma proviamo ad analizzare nello specifico quali sono le spese che gravano sul bilancio del Senato.

1 – Il trattamento dei senatori in carica, di quelli cessati dal mandato e dei gruppi parlamentari, nonché spese per il personale. Il Senato spende poco meno di 43 milioni di euro per lo stipendio dei senatori e poco più di 20 milioni per il rimborso delle spese sostenute, cifra comunque in diminuzione rispetto agli anni scorsi per effetto dei tagli impostati dalla Presidenza Schifani. La tabella è esplicativa, anche perché mostra come il Senato spenda poco meno del 15% della sua dotazione complessiva per il trattamento dei senatori cessati dal mandato. Da segnalare anche i circa 15 milioni di euro che ogni anno vengono assegnati alle spese di segreteria, tra personale impiegato e le solite "consulenze".

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Per quanto riguarda il personale dipendente in servizio ed in quiescenza, va detto che, oltre a registrare risultati positivi, con una diminuzione netta della spesa, bisogna considerare il costo complessivo dei "trattamenti previdenziali", ben riassunto dalla tabella (in cui compaiono anche le spese per i parlamentari) che mostra come l'incidenza sul bilancio del Senato sia ormai vicinissima al 30%:

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2 – La spesa corrente: il funzionamento del Senato. In questo capitolo il bilancio riassume le spese per servizi e forniture di supporto al funzionamento di Palazzo Madama e degli uffici ad esso collegati. La tabella mostra il quadro d'insieme:

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Ma è come sempre dall'analisi delle voci specifiche emergono alcuni particolari interessanti (ed altri decisamente curiosi). Dai quasi 2 milioni di euro che il Senato spende per l'abbonamento alle agenzie di informazione ai quasi 4 milioni spesi per la stampa degli atti parlamentari, fino ai 700mila euro in fotocopie e ai 3,5 milioni spesi per il noleggio (?) e la manutenzione delle attrezzature informatiche. Il servizio di ristorazione continua a costare ai cittadini circa 1,7 milioni di euro (1,1 per i dipendenti e 600mila per i senatori, circa 3mila euro a giorno di lavoro, per capirci).

I "servizi di trasporto" sono poi un'altra voce decisamente interessante, con una spesa di 5,8 milioni di euro per i senatori in carica (attenzione, non parliamo dei rimborsi spese) e ben 240mila euro per i senatori cessati dal mandato. Il "vestiario di servizio" per i commessi ci costa invece 170mila euro l'anno, mentre la biancheria solo 27mila, gli arredi e le tappezzerie costano 61mila euro (spesa dimezzata, va detto, così come sono state cassate le voci riguardo a "opere d'arte ed accessori corrispondenti).

Resta invece il meraviglioso mondo delle spese di cerimoniale e rappresentanza. Nel segnalare che, rispetto alle previsioni di bilancio iniziali, Palazzo Madama ha dimezzato le spese, vale la pena di ricordare la spesa di un milione di euro per cerimonie, onoranze, rappresentanze e iniziative istituzionali, culturali e sociali (dicitura nella quale non rientrano "conferenze ed eventi", spese disseminate all'interno di altri capitoli). Tra i contributi e sussidi, infine, segnaliamo solo l'aumento della dotazione dell'Unione interparlamentare (400mila euro di contributo all'unione mondiale degli eletti "con l'obiettivo di sostenere la pace e la cooperazione tra i popoli e rafforzare le istituzioni parlamentari", presieduta da Casini fino al 2008), gli 81mila al Circolo di Palazzo Madama e i 316 mila per il "nuovo magazzino del trullo" (nel quale dovrebbe andare l'intero archivio del Senato e che qualche mese fa doveva servire a risparmiare circa un milione di euro di affitto…).

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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