1.645 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Bersani attacca: “C’è ancora qualcuno che può credere a quello che dice Renzi?”

In un’intervista a La Stampa, l’esponente di Mdp Pier Luigi Bersani si dice stupito che non sia iniziato un nuovo ’68 e attacca Gentiloni: “Al netto dello stile, ci ha dato parecchie delusioni seguendo la linea del predecessore”.
A cura di Stefano Rizzuti
1.645 CONDIVISIONI
Immagine

Di fronte all’umiliazione di una intera generazione, mi stupisco che non sia ancora partito un nuovo Sessantotto”. Parola di Pier Luigi Bersani, intervistato da La Stampa. Riferendosi al ’68 e spiegando questo passaggio, Bersani ricorda: “Allora noi contestavamo le tre emme – mestiere, moglie, macchina – come qualcosa di antico. Oggi sono diventate un obiettivo, spesso un miraggio”.

Il governo – secondo l’esponente di Mdp – deve spazzare via le distorsioni e le speculazioni su tirocini e stage per i giovani a 300 euro al mese. Se restano così, le imprese non li assumono, neanche col massimo degli sgravi. Nel ’68 l’economia tirava, ma per noi si pose un problema di libertà e di dignità. Questi temi stanno tornando”. Proprio sui temi riguardanti il mondo del lavoro Bersani punta molto durante la sua intervista: “Stop allo sfruttamento dei giovani, nuove norme contro i licenziamenti, stop all’allungamento dell’età pensionabile”, afferma spiegando quale sarà la linea di Mdp per conquistare i voti dei giovani.

Bersani si esprime in maniera molto critica nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni:

Al netto dello stile, ci ha dato parecchie delusioni. Ha seguito pedissequamente la linea del predecessore. Penso ai voucher, e ora a questa vicenda inaccettabile sulle banche. C’era un accordo per far pagare pegno ai responsabili di quegli istituti e per risarcire una quota più ampia di obbligazionisti. Poi è arrivato un niet incomprensibile. Per questo voteremo contro, e ci devono ringraziare per l’ok alla fiducia.

"Nel Pd alla fine siamo arrivati al dunque… lo stesso vale per il governo – attacca Bersani – in questi giorni sento da Renzi ricette che non avranno mai il nostro voto, come fare altro debito per ridurre le tasse in modo indiscriminato anche ai ricchi. Una ricetta di tutte le destre, rinnegata persino da Reagan perché inefficace".  “Se Gentiloni mette il veto sul Fiscal compact – continua Bersani – noi ci stiamo. Ma per fare cosa? Io ho in testa un piano di investimenti diretti e indiretti, dalla manutenzione del territorio alla sanità, dalla digitalizzazione all’efficienza energetica. Calenda dice cose simili, bene. Facciamo un piano e proponiamolo all’Europa, chiedendo margini per realizzarlo”. L’esponente di Mdp chiede al governo di ascoltare le loro proposte sulla manovra: “Vediamo cosa portiamo a casa. Per risvegliare gli elettori delusi, servono idee, non giochi politicisti”. E torna sulla questione della fiducia sul decreto banche, spiegando che il suo gruppo l’ha votata “ingoiando un altro boccone amaro. Ma se pensano a una manovra d’autunno di sgravi e bonus senza investimenti occhio che casca l’asino…”.

Su Giuliano Pisapia, Bersani spiega che ci sono “sfumature e pensieri diversi, ma non contenziosi tra D’Alema, Pisapia e lui stesso che invece “non esistono”. “Siamo tutti impegnati a costruire un nuovo soggetto politico progressista, popolare, di centrosinistra, alternativo al renzismo”, sottolinea. Sulla questione dei nomi da candidare in questo movimento, Bersani fa capire che è anche disposto a farsi da parte, se necessario: “La mia ambizione è mettere in moto forze nuove. Se parte il movimento mi metto in coda, non ho bisogno della prima fila”.

E infine, non manca un passaggio sulla sostituzione di Enrico Letta a palazzo Chigi, definita da Renzi una richiesta della minoranza Pd. “Ma c’è ancora qualcuno in giro che può credergli a quest’uomo qui?”, si chiede Bersani.

1.645 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views