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Bersani annuncia: “Non sarò più segretario del PD”

Il segretario del Partito Democratico, parlando con i giornalisti confida : “Al prossimo congresso non mi ripresenterò come segretario del partito”.
A cura di Redazione
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Bersani-assembleaPD

A tre settimane dal primo turno delle primarie del centrosinistra, Pierluigi Bersani, dato ancora in vantaggio su Matteo Renzi e Nichi Vendola, anticipa le sue intenzioni per quanto concerne la carica di segretario del Partito Democratico e sopratutto per quella di futuro Premier. Parlando a margine dell'intervento al campus universitario di Torino, Bersani ha anche confidato: "Non mi ricandiderò segretario. Credo che al prossimo congresso debba girare la ruota". Un congresso che si terrà nel 2013 appunto e sarà "in forma apertissima", aggiunge poi l'attuale segretario democratico che, in mattinata, era stato ospite de La Stampa per un videoforum con il direttore Calabresi. Si chiuderà dunque una reggenza altalenante, con la complessa transizione del PD dall'opposizione berlusconiana alla parentesi tecnica, fino alla competizione elettorale che "sempre secondo i sondaggi" potrebbe garantire al PD (alleato con Sinistra Ecologia e Libertà) una buona maggioranza parlamentare. Un cammino che Bersani spera di culminare con la vittoria alle primarie del centrosinistra e con la successiva campagna elettorale per le politiche. Poi spazio al rinnovamento interno.

Renzi Ministro? Ci sono tanti amministratori utili – Fino al prossimo congresso dunque ad ogni modo Bersani sarà il leader del Pd nonostante i suoi avversari gli chiedano di mollare in caso di vittoria. E a chi gli chiedeva quali saranno i futuri rapporti dentro e fuori al partito in caso di vittoria alle elezioni politiche e della possibile presenza di Renzi nel Govenro Bersani ha risposto "sono tutti utili abbiamo un sacco di sindaci che sono enormi risorse, certamente Renzi e tanti altri amministratori". Un segnale di distensione verso il principale sfidante per la premiership del centrosinitra alle prossime elezioni politiche, dopo i duri scontri verbali a distanza. Un atteggiamento che in realtà prosegue la linea già intrapresa dai contendenti per non spaccare il partito. "Sia io che Renzi abbiamo detto le cose chiare e credo che le pensi anche Vendola: le primarie non si fanno per fare i bilancini, le primarie servono per scegliere il candidato progressista" ha ribadito Bersani. Linea ribadita dallo stesso Renzi oggi in Sicilia che assicura "se perdiamo le primarie onore al merito, io non scappo, non sono tra quelli che poi fondano un nuovo partito, ma se  vinciamo però il Paese cambia davvero". Ad ogni modo sulle primarie il segretario del Pd è ottimista e confessa "abbiamo fatto bene a farle, ci ho preso, potrebbero partecipare anche 2 o 3 milioni di elettori".

Vendola: Bersani scelga tra me e Casini – Per quanto riguarda le alleanze invece resta ancora tuta da chairire la posizione di Bersani disiso tra Sel e Udc. "Sto cercando di convincere Vendola, ma lui ne è già convinto, che il campo dei progressisti deve presentarsi in modo aperto e dialogante con tutte le forze europeiste di centro, anche moderato" ha spiegato il segretario del Pd stoppato però dallo stesso governatore pugliese. Vendola infatti avverte "Bersani vorrebbe uscire sia con me sia con Casini, ma ognuno di noi due vuole l’esclusiva" dunque spetta al segretario "rispondere all’Udc, che ha chiesto al Pd di escludere Sel da un’eventuale formazione di governo". "Se Bersani vuole solo guadagnare il governo senza guadagnare il cambiamento, se è disponibile a un programma mediocre, dove non si fanno passi avanti sui diritti civili e sulla giustizia sociale, allora andrà con Casini" continua Vendola, perché "non prevedo di stare insieme in un governo con Casini, e non perché abbia un pregiudizio nei suoi confronti, ma perché ho un giudizio sulle politiche che ha condotto sin qui".

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