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Bernie batte Hillary anche tra le donne. E le femministe la prendono male

La Clinton incassa una bruciante sconfitta: Sanders spopola anche tra il gentil sesso. Tra i giovani è mania: c’è chi si tatua la sua faccia.
A cura di Redazione
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Le primarie americane sono entrate nel vivo e tra i democratici – al di là di ogni aspettativa – la battaglia tra Hilary Clinton e Bernie Sanders è sempre più un testa a testa, con la prima in calo e il secondo in netta ascesa. In tutto ciò, c’è un elemento che comincia a fuoriuscire con crescente prepotenza e che diventerà sempre più essenziale nella corsa alla candidatura di Hilary Clinton: il voto della popolazione femminile, in particolare quello delle giovani.
Hilary Clinton sarebbe infatti la prima presidente degli Stati Uniti donna della storia, e in questa campagna elettorale quello del genere è stato un tema che la candidata democratica ha costantemente cercato di usare a suo favore, puntando fin dall’inizio su questo per ribadire la sua non appartenenza all’establishment, per respingere gli attacchi degli avversari, o per attribuire un aspetto rivoluzionario ad una sua potenziale candidatura.

In tal senso i risultati tuttavia sono stati ben lontani da quelli sperati, e la componente femminile americana, soprattutto per quanto riguarda le giovani (che arrivano a tatuarsi il suo profilo), fin qui si è nettamente schierata dalla parte di Bernie Sanders.

In Iowa, infatti, nonostante il maggior supporto delle donne oltre i 45 anni abbia portato ad una vittoria – seppur marginale – della Clinton, tra le giovani sotto i 29 anni il gap tra le preferenza per la Clinton e quelle per Sanders era stato di 70 punti percentuali a favore del secondo. I risultati di questa notte in New Hampshire, hanno confermato questa tendenza, e Sanders è risultato il favorito tra le donne – come in realtà tra tutte le categorie esclusa quella degli over 65.

L’aspetto della grande partecipazione dei giovani, figli del movimento di Occupy Wall Street che si batteva proprio contro quelle banche che alla Clinton viene rinfacciato di rappresentare, è una costante in questa campagna elettorale, che ha visto – come indica anche il record di partecipanti alle primarie di questa notte -un’ondata di entusiasmo inaspettata e estranea alla politica americana, e che ha invaso college, social, e mobilitato migliaia di giovani in tutti gli Stati Uniti.
Per provare a ribaltare la situazione e portare un po’ di quel consenso alla Clinton, la scorsa settimana erano scese in campo due icone femministe: Medeleine Albright e Gloria Steinmen.

In un'intervista rilasciata lo scorso venerdì, Gloria Steimen, la più celebre attivista del movimento femminista, ha dichiarato che le donne crescendo sviluppano una coscienza politica, mentre “quando sono giovani pensano ‘Dove sono i Ragazzi? I ragazzi sono con Bernie", attribuendo quindi alla superficialità e all’ingenuità il mancato voto a Hilary Clinton.

La dose è stata rincarata il giorno dopo da Medeleine Albright, ex Segretario di Stato Americano nonché primo segretario di Stato Americano donna, sotto il governo di Bill Clinton. Durante un comizio in New Hampshire, la 78enne ha invitato le donne a votare Hilary Clinton, in quella che rappresenterebbe una rivoluzione, aggiungendo che "ci sarà un posto speciale in inferno per le donne che non si aiutano tra di loro" – frase, quella con cui fa riferimento all’inferno, che è una specie di motto ex Segretaria di Stato, ma che questa volta è apparsa visibilmente fuori luogo.

Gli endorsement delle due icone femministe hanno avuto però, la reazione opposta, suscitando indignazione e aspre critiche da parte delle giovani, che questa notte hanno confermato la loro scelta in favore di Sanders. Che fa incetta di appoggi dal mondo dello spettacolo e dello sport: qui la lista.

Infatti, per quanto la logica che votare una donna sia un dovere di tutte le donne non ha neanche bisogno di essere confutata, ciò su cui si può riflettere è la strategia di comunicazione di Hilary Clinton. Per quanto sicuramente non direttamente responsabile delle parole pronunciate dalle due sostenitrici, il fatto che per spronare le giovani americane a votare la Clinton siano scese in campo due femministe di 81 e 74 anni invocando la superficialità giovanile e l’inferno, fa riflettere sulla reale capacità della Clinton di attirare i voti delle giovani che sembrano sempre più fondamentali per entrare alla Casa Bianca.

Articolo a cura di Flavia Guidi

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